(Adnkronos) – Aumentano i casi di lebbra nel mondo. Sono 174.087 le nuove infezioni segnalate nel 2022, in crescita del 23,8% rispetto al 2021 (140.594 casi). Il dato, emerso dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, preoccupa l’Aifo – Associazione italiana amici di Raoul Follereau, paladino dei diritti dei malati di lebbra, di cui ricorre quest’anno il 120esimo anniversario dalla nascita. “L’impegno di Aifo nel mondo si concentra sull’interruzione della trasmissione della lebbra”, ma la missione è anche quella di “prevenire le disabilità ed eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone colpite”. Basta stigma, è il messaggio dell’associazione: “Dignità e inclusione affinché nessuno resti ai margini”.
Dal 2013 i nuovi casi di lebbra sono tendenzialmente in progressivo declino, anche se molto lento, ricorda l’Aifo. Negli ultimi 2 anni si è registrato tuttavia un netto aumento, dopo il calo del numero annuale dei nuovi casi, causato dalla pandemia di Covid-19 che ha rallentato le attività di sorveglianza epidemiologica e la capacità diagnostica dei centri di trattamento ambulatoriali. Il report 2022 conferma che i nuovi malati di lebbra si concentrano soprattutto in tre i Paesi: India (103.819), Brasile (19.635) e Indonesia (12.441). Da alcuni anni sono stati diagnosticati alcuni casi autoctoni in Florida, negli Usa, per il contatto con animali silvestri e in particolare con l’armadillo. Molto probabilmente, a seguire, questo ha innescato un aumento della trasmissione interumana. Il 5,1% dei nuovi pazienti sono bambini, con un incremento delle diagnosi tra i più piccoli pari al 14,6% rispetto al 2021.
Le strategie dell’Oms per l’eliminazione della malattia sono focalizzate sul sostegno ai servizi di trattamento, così da garantire una diagnosi precoce e migliorare la qualità delle cure. Continua infatti a crescere il numero di persone che presentano gravi disabilità già al momento della diagnosi (9.554 nel 2022, +12,8% rispetto al 2021 quando erano 8.469, più dei 7.198 nel 2020). Dal report risulta infine che diversi Paesi segnalano ancora discriminazioni nei confronti dei malati di lebbra, o hanno leggi che consentono discriminazioni basate sulla malattia. “Proprio per questo, e non da oggi, Aifo prevede un’importante attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni – sottolinea l’associazione – affinché le persone colpite non subiscano discriminazioni e siano incluse nelle comunità in cui vivono. Dal 2016 anche le strategie dell’Oms comprendono la riduzione dello stigma nei confronti delle persone colpite dalla lebbra”.
Nei progetti di controllo della lebbra, Aifo segue la Road Map 2021-2030 per il controllo delle malattie tropicali neglette, sviluppata dall’Oms e in linea con la strategia globale Towards zero leprosy 2021-2030. Gli obiettivi sono: la diminuzione significativa dei casi diagnosticati ogni anno, la riduzione delle persone che presentano disabilità gravi al momento della diagnosi, la diminuzione del numero di bambini colpiti. “Il cammino verso un mondo senza lebbra è lungo e presuppone diversi obiettivi da raggiungere attraverso un lavoro costante e collettivo – afferma Giovanni Gazzoli, medico Aifo esperto in malattie tropicali – E’ necessario interrompere la catena di trasmissione della malattia, prevenire le disabilità causate dalla malattia, promuovere e sostenere l’inclusione sociale delle persone colpite, eliminando le barriere politiche, sociali e culturali. Crediamo sia positivo il fatto che la lotta contro lo stigma legato alla lebbra rappresenti una priorità per l’Oms, come lo è da sempre stato per Aifo. Di contro, è evidente come il calo dei nuovi casi annuali è progressivo, ma ancora troppo lento rispetto a quanto previsto e, come atteso, in aumento dopo la pandemia da Covid-19”.
“L’impegno di Aifo nel mondo – dichiara il presidente dell’associazione, Antonio Lissoni – si concentra sull’interruzione della trasmissione della lebbra”, ma intende anche “prevenire le disabilità ed eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone colpite, oltre il pregiudizio e lo stigma, promuovendo l’inclusione sociale per ridare dignità di persona a coloro a cui non è riconosciuta per una malattia”. Nei Paesi in cui è presente, in linea con gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile Sdg 2030, Aifo promuove un approccio multisettoriale che include riabilitazione fisica delle persone con disabilità, educazione sanitaria e informazione per la popolazione in generale, riabilitazione socioeconomica in favore delle persone colpite e delle loro famiglie.
Oggi – conclude l’associazione – la lebbra è ancora un problema sanitario importante in vari Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, dove persistono condizioni socioeconomiche precarie che favoriscono la trasmissione della malattia. In futuro si tratterà di promuovere azioni integrate con il controllo delle altre malattie tropicali neglette. “Aifo si mobilita ogni anno anche in Italia. Il prossimo 28 gennaio si celebrerà la 71esima Giornata mondiale dei malati di lebbra, e con sempre maggiore convinzione – assicura Lissoni – Aifo si spenderà per non abbassare i riflettori su questa malattia curabile, la cui catena di trasmissione nei Paesi più vulnerabili è ancora attiva e va interrotta subito”.