(Adnkronos) – Salgono i casi di Dengue in Italia, con i contagi in aumento anche a Roma e nel Lazio per la prima volta secondo le news di oggi. “Dai colleghi ci stanno arrivando decine di segnalazioni di quadri febbrili sospetti, non legati a Covid, che potrebbero far pensare a Dengue”, afferma all’Adnkronos Salute Pierluigi Bartoletti, segretario provinciale della Fimmg Roma e vice segretario nazionale vicario della Fimmg, la Federazione italiana di medicina generale. “I colleghi si sono allarmati ed è iniziato il tam-tam sulla nostra rete per capire come assistere questi casi sospetti”.
Ma quali sono i sintomi iniziali che devono far pensare alla presenza della malattia? “Una febbre alta e prolungata, associata a un malessere diffuso e rush cutanei dovrebbe far scattare le ‘sirene’ per sospetto di Dengue. Magari dopo aver escluso altre malattie, aver chiesto se c’è stato un viaggio all’estero in zone endemiche”, spiega Bartoletti, sottolineando che “oggi è però fondamentale tracciare i casi, siamo a 28 nel Lazio, capire se ci sono relazioni e analizzare anche dove andare a intervenire e prevedere anche l’evoluzione per non creare focolai. Si deve capire se siamo di fronte a casi autoctoni e prendere le dovute contromisure”. Secondo Bartoletti anche sul fronte malattie infettive arbovirosi, “sarebbe opportuna la diagnostica in ambulatorio che da tempo richiediamo”, ricorda.
Nell’ultimo bollettino dell’Istituto superiore dei sanità (Iss) sono in totale 165, con il Lazio che ha visto salire i contagi, cresciuti a 28, e la Lombardia già a 50. La malattia da virus Dengue ha “un impegno generale molto importante, febbre alta, dolori osteoarticolari e anche un impegno respiratorio – spiega all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma- Per avere la certezza di avere la Dengue serve un esame del sangue specifico, un test diagnostico riservato a centri qualificati. Ma la stranezza della malattia deve richiamare l’attenzione del medico di famiglia. Capisco che in passato questa tipologia di malattie esotiche lontane da noi non venisse approfondità durante il percorso universitario, ma oggi sono qui – ammonisce l’esperto – e diventeranno sempre più comuni”.
l ministero della Salute evidenzia che la Dengue si trasmette attraverso la puntura di zanzare del genere Aedes. Si tratta di una malattia febbrile che colpisce neonati, bambini e adulti con sintomi che compaiono 3-14 giorni dopo la puntura infettante. La puntura di zanzare infette causa una malattia simil-influenzale grave e, a volte una complicanza potenzialmente letale chiamata dengue grave, precedentemente conosciuta come febbre emorragica dengue. Riconosciuta per la prima volta nel 1950 durante le epidemie di dengue nelle Filippine e in Tailandia, la dengue grave colpisce i paesi dell’Asia e dell’America latina ed è diventata, in queste aree, una delle principali cause di ricovero ospedaliero e di morte tra i bambini e gli adulti.
Una persona infetta dal virus dengue manifesta da febbre lieve a febbre alta invalidante, con forte mal di testa, dolore dietro agli occhi, dolori muscolari e articolari e rush cutaneo. Le caratteristiche cliniche di questa malattia variano a seconda dell’età del paziente. Si dovrebbe sospettare di dengue quando una febbre elevata (40°C) è accompagnata da due dei seguenti sintomi: forte mal di testa; dolore dietro gli occhi; nausea, vomito; ghiandole gonfie; dolori muscolari e articolari ed eruzione cutanea. I sintomi solitamente durano per 2-7 giorni.
La dengue grave è una complicanza potenzialmente mortale a causa di perdita del plasma, accumulo di liquidi, problemi respiratori, emorragie gravi o compromissione d’organo. Colpisce soprattutto i bambini. I segni premonitori da osservare, e che occorrono 3-7 giorni dopo i primi sintomi sono: dolore addominale grave; vomito persistente; respiro affannoso; sanguinamento delle gengive e stanchezza. Le successive 24-48 ore della fase critica possono essere letali. E’ necessaria un’assistenza medica adeguata per evitare complicazioni e il rischio di morte.
Non esiste un trattamento specifico per la febbre dengue. I pazienti dovrebbero consultare un medico, restare a riposo e bere molti liquidi. Devono essere evitati alcuni farmaci antipiretici (acido acetilsalicilico – aspirina e ibuprofene), che, a causa della loro azione sulla coagulazione del sangue, potrebbero favorire la comparsa di manifestazione emorragiche (petecchie) o determinarne l’aggravamento. Per ridurre la febbre e i dolori articolari può essere assunto paracetamolo.
Per la dengue grave, le cure mediche da parte di medici e infermieri con esperienza sugli effetti e sulla evoluzione della malattia possono spesso salvare vite umane. Il mantenimento del volume dei fluidi circolanti è l’elemento centrale di tali cure.