(Adnkronos) – “Abbiamo deciso di acquisire Effrx perché ha un asset estremamente importante, la formulazione di una molecola che fa parte della famiglia dei bifosfonati” che è frutto “del centro di ricerche da cui è nata Abiogen, l’Istiuto Gentili. Di conseguenza, ci permette di continuare a sviluppare tutte le attività di ricerca e sviluppo su questa famiglia di molecole che si rivolgono all’area del metabolismo osteoarticolare, per quei pazienti che soffrono di patologie come l’osteoporosi, malattia di Paget o l’osteolisi tumorale”. Lo ha detto Massimo Di Martino, presidente e Ad di Abiogen Pharma, commentando la notizia diffusa oggi sull’acquisizione del 97,09% dell’azienda svizzera Effrx Pharmaceuticals, presente in diversi mercati europei ed extraeuropei, che sviluppa e commercializza farmaci con indicazioni specialistiche, in particolare per patologie muscoloscheletriche e rare. “Questa acquisizione – continua Di Martino – apre alla possibilità di poter interagire in maniera sinergica per tutta la parte di sviluppo prospettico, mettendo insieme il nostro networking internazionale, le nostre partnership, con quello di Effrx e, di conseguenza, velocizzare lo sviluppo e la crescita delle potenzialità inespresse di questi asset”.
Sull’operazione, “il valore strategico è estremamente alto – aggiunge Prisca Di Martino, International Business Unit Head di Abiogen Pharma – perché il prodotto di punta di Effrx è il secondo prodotto per noi, in termini di fatturato, all’interno dell’area muscoloscheletrica del metabolismo osseo. Questo ci permette, da una parte – continua Di Martino – di mettere in sicurezza l’asset, avendo la disponibilità del prodotto per l’Italia, che abbiamo in distribuzione dal 2014, per i prossimi anni. Allo stesso tempo, ci permette di avere a disposizione, per l’internazionale, un portafoglio prodotti che rappresenta il quadro corretto e completo per la terapia dell’osteoporosi: alendronato (un bifosfonato), vitamina D e calcio”.
L’accordo ha quindi l’obiettivo di “sfruttare l’esperienza e le competenze sviluppate in questi anni in Italia – continua il capo della International Business Unit – e poterle replicare in campo internazionale, non solo con una presenza diretta in Svizzera, grazie all’acquisizione di Effrx, ma anche in Germania, dove abbiamo effettuato una prima acquisizione l’anno corso, e con tutti i nostri attuali partner”. Si tratta di “rimanere l’azienda familiare italiana, che ci caratterizza, ed essere un punto di riferimento, soprattutto a livello europeo – conclude – in ambito del metabolismo osseo”.