(Adnkronos) – Il diabete e gli effetti sul pancreas: sono state decifrate le alterazioni delle cellule pancreatiche in risposta allo stato infiammatorio tipico del diabete (sia di tipo 1 che 2) utilizzando per la prima volta una tecnica di osservazione diretta delle molecole. Si tratta della cosiddetta ‘microscopia di espansione’, una metodica che consente di visionare i dettagli dell’organizzazione cellulare alla scala del miliardesimo di metro, la nanoscala, e che promette di diventare strumento per lo screening di nuovi farmaci. Il risultato è stato ottenuto presso il laboratorio Nest della Scuola Normale Superiore di Pisa da un team di ricercatori coordinato daCardarelli.
È noto da tempo che durante l’insorgenza della patologia diabetica le cellule pancreatiche subiscano il processo infiammatorio da parte di specifiche molecole, le citochine, rilasciate in circolo; un processo che contribuisce poi a generare sofferenza e morte delle cellule pancreatiche. I dettagli di cosa accada all’organizzazione strutturale delle cellule, però, erano rimasti finora oscuri. “Abbiamo osservato alterazioni strutturali del citoscheletro cellulare, che costituisce i binari su cui si muove l’insulina, cambiamenti morfologici del mitocondrio, che è la factory dell’energia cellulare, diminuzione del numero di granuli di insulina e segni di stress ossidativo – spiega Cardarelli -. Si può ora immaginare di utilizzare le alterazioni osservate come target farmacologici per nuove molecole che possano proteggere le cellule pancreatiche dall’infiammazione e dai suoi effetti”.
Il team vede coinvolti ricercatori e ricercatrici della Scuola Normale Superiore e dallasezione ospedaliera dipartimentale di Endocrinologia e metabolismo dei trapianti d’organo e cellulari dell’Aou Pisana, guidata da Piero Marchetti. I risultati verranno presentati alla comunità scientifica durante il congresso annuale dell’European association for the study of diabetes (Easd) che si terrà ad Amburgo il prossimo 2-5 ottobre e sono pubblicati su Nature.com. Lo studio si inserisce nel progetto Erc Consolidator ‘Captur3d’ (Capturing the Physics of Life on 3D-Trafficking subcellular Nanosystems) di cui Cardarelli è responsabile scientifico e che si svolge presso il Laboratorio Nest (National Enterprise for nanoScience and nanoTechnology) diretto da Fabio Beltram.