(Adnkronos) – Torna a fiorire l’azalea della ricerca di Fondazione Airc. Domenica 14 maggio, per la Festa della mamma, 20mila volontari dei 17 comitati regionali tornano in oltre 3.600 piazze a distribuire l’azalea della ricerca a fronte di una donazione di 18 euro, per sostenere il lavoro dei ricercatori Airc. Insieme alla pianta verrà consegnata la speciale Guida con informazioni sulla prevenzione dei tumori ‘età per età’. Dal 1984 l’Azalea sboccia ogni anno per dare nuova forza alla ricerca contro i tumori che colpiscono le donne, e nel tempo è diventato un simbolo della salute al femminile. In 39 anni, ricorda Airc, ha permesso di raccogliere oltre 290 milioni di euro.
Oltre a trovare le piantine nelle piazze, è possibile fare una sorpresa alla mamma anche a distanza, ordinando l’azalea su Amazon dal 28 aprile. “La forza delle donne” è il messaggio che Airc vuole trasmettere attraverso questa campagna per tutto il mese di maggio.
Per affrontare la malattia è importante poter contare su familiari e amici. Lo racconta Francesca, volto della campagna insieme alla mamma Antonella, una luce sempre pronta a illuminare i momenti più bui. “Si dice che ‘la mamma è sempre la mamma’ e non potrei essere più d’accordo. È stata con me ogni minuto – racconta – da quando mi hanno detto che avevo un linfoma di Hodgkin, mi ha accompagnata a ogni visita, a ogni seduta di chemioterapia, a ogni ricovero; è stata la mia forza. Dico sempre che senza i miei affetti non ce l’avrei fatta: la mia famiglia, il mio compagno, gli amici, quelli veri, mi hanno sostenuto ogni giorno durante la battaglia contro il cancro. Sono sincera quando dico che da sola non so se ce l’avrei fatta”. Insieme a quella di Francesca, altre tre storie testimoniano l’importanza della condivisione e degli affetti per affrontare una diagnosi di cancro.
Lo scorso anno nel nostro Paese sono stati stimati oltre 185.000 nuovi casi di tumore nella popolazione femminile, circa 10.000 in più rispetto al 2019, l’anno prima dello scoppio della pandemia. I tumori più frequenti sono stati quelli di mammella (55.700), colon-retto (20.100), polmone (14.600), utero (10.200), tiroide (8.700), pancreas (7.900), linfoma non-Hodgkin (6.300), stomaco (5.900), vescica (5.900), melanoma (5.700).
Insieme agli screening, che permettono di individuare lesioni precancerose oppure la presenza di un tumore quando è ancora allo stadio iniziale, la principale alleata delle pazienti è la ricerca. Negli ultimi anni la sopravvivenza delle donne a 5 anni dalla diagnosi di cancro ha raggiunto il 65%, grazie agli importanti risultati ottenuti dagli scienziati. Alberto Bardelli, direttore scientifico di Ifom, l’istituto di oncologia molecolare di Fondazione Airc e professore ordinario all’Università di Torino, con il suo gruppo di ricerca ha recentemente individuato attraverso studi preclinici una strategia terapeutica che potrebbe rendere sensibili all’immunoterapia i tumori del colon in fase metastatica, che nel 95% dei casi non rispondono a questo tipo di trattamento. “Come i bombardieri di notte, i tumori spesso si nascondono e non si fanno riconoscere dal nostro sistema immunitario. Noi vogliamo accendere le loro ‘luci di posizione’, in modo che diventino visibili. Il nostro prossimo obiettivo è portare i risultati di questo studio di laboratorio in una sperimentazione clinica a beneficio dei pazienti”.