(Adnkronos) – Rifarsi il seno sembra passato di moda. A sorpresa, oggi il ‘ritocco di bellezza’ più richiesto non è più la mastoplastica additiva, bensì la liposuzione. “Le statistiche che annualmente diffonde la società internazionale di chirurgia plastica estetica (Isaps) mostrano come al primo posto degli interventi più richiesti al mondo sia balzata la liposuzione, scalzando l’intervento di aumento del seno con protesi”. Segnala e spiega il dato Damiano Tambasco, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia e Medicina estetica dell’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma: il ‘sorpasso’ della liposuzione, dice, “è probabilmente dovuto alla drastica riduzione delle attività sportive in epoca Covid, che ha determinato la comparsa di chili di troppo e adiposità localizzate che possono essere trattate con questa metodica”.
Dopo anni di dominio incontrastato fra gli interventi plastici più richiesti, dunque, l’idea di ‘gonfiare’ l’area décolleté perde appeal e lascia spazio alle pratiche che ‘limano’ il grasso in eccesso e rimodellano il corpo. Il trend interessa inevitabilmente anche l’Italia, che “rimane uno dei Paesi in cui si fa maggiormente ricorso alla chirurgia plastica”. Tanto più che “oggi ci si avvicina a questo mondo con maggiore facilità, fiducia e minori remore. La figura del chirurgo plastico è stata sdoganata ed è socialmente accettata”, evidenzia chi nel settore opera in prima linea.
“La recente pandemia – è l’analisi – ha impattato positivamente sulla medicina estetica, portando alla luce nuovi bisogni e aumentando attenzione e consapevolezza da parte del paziente. Oggi ci si avvicina a questi interventi non solo per una valenza estetica: si guarda più alla salute e alla prevenzione. Molto spesso ci si rivolge alla chirurgia plastica perché convivere con quello che sembra un difetto fisico inaccettabile compromette seriamente la qualità della vita e la serenità psicologica”.
L’effetto Covid sul ‘bisturi di bellezza’ dipende anche dall’aumento del telelavoro: “Le continue conference call e l’uso maggiore del pc – osserva Tambasco – hanno dato vita a un fenomeno per cui il guardarsi tramite la telecamera di un monitor ha amplificato la percezione dei propri difetti fisici. Di conseguenza sono aumentate le richieste da parte di gente comune, mentre prima era più appannaggio di vip o persone estremamente attente all’estetica, ma anche da parte degli uomini”.
Sempre più spesso è Internet a orientare le scelte: “Negli ultimi tempi – riferisce l’esperto – è ormai innegabile che la quasi totalità dei pazienti si documenti sui social prima di sottoporsi a una visita col chirurgo plastico, e che una buona fetta di pazienti confronti gli specialisti mediante account e social media”.
Aumentano inoltre gli interventi ‘in trasferta’ oltre confine, i pazienti che per farsi operare si spostano all’estero, attratti soprattutto da tariffe iper competitive nell’ambito del cosiddetto turismo medico. “Bisogna però mettere in guardia dalla ‘mercificazione’ della chirurgia estetica – avverte Tambasco – che rischia di farci dimenticare che si tratta sempre e comunque di interventi chirurgici, non scevri pertanto da rischi e complicanze. Alcune di queste possono manifestarsi anche a distanza di tempo dall’intervento e richiedono pertanto un’assistenza continua e protratta nel tempo, che difficilmente si concilia con i tempi propri del turismo medico”.
Lo specialista del San Carlo di Nancy – informa una nota – sarà protagonista della serie Tv ‘Il mio amico bisturi: confidenze intime’, pensata per evidenziare “come la chirurgia plastica possa essere anche etica nel risolvere problemi e disagi profondi”. L’appuntamento è su Real Time, da sabato 22 luglio alle 14.50. La serie prevede 8 puntate con al centro 15 storie quotidiane, di gente comune (nessun attore), che non si sente più a proprio agio con il proprio corpo e cerca aiuto nella chirurgia plastica per sconfiggere un forte disagio.
“Fra le storie che mi hanno maggiormente toccato – racconta Tambasco – c’è quella di Dana, una donna che a causa di un’ustione pediatrica accidentale presentava un’alopecia a livello del cuoio capelluto. La sua dolcezza e i suoi modi pacati, ma al tempo stesso intensi di esprimere il suo disagio” per la mancanza dei capelli, “abbinati a una storia così forte, hanno creato un mix di fortissime emozioni durante le riprese delle visite, dei controlli e durante l’esecuzione dell’intervento chirurgico di trapianto di capelli. Mi ha colpito inoltre la storia di Ottavia, investita da un’auto mentre attraversava la strada, riportando un quadro devastante di fratture del bacino, fratture vertebrali e degli arti inferiori. Questa paziente, dal carattere molto forte e deciso, mi ha chiesto aiuto dopo aver terminato gli interventi ortopedici per la presenza di una tumefazione importante della coscia conseguente al trauma, che oltre ad un grosso inestetismo rappresentava soprattutto per lei un continuo ricordo di quell’episodio così drammatico”.
Dall’avvocato al macellaio, dallo stuntman alla podologa, dall’infermiera alla commessa. Saranno queste le voci della serie, pazienti che si sottoporranno davanti alla telecamera a interventi di chirurgia plastica, raccontando la propria vita e le motivazioni che li hanno spinti ad affrontare questo cammino. A muoverli la volontà di lanciare “un messaggio estremamente positivo: il coraggio di rivelarsi, la forza di volontà, lo spirito di sacrificio, la speranza di migliorarsi, l’etica e l’empatia”.