(Adnkronos) – “Indifferenza, apatia, distacco emotivo, ‘anestesia’, perdita di motivazione. Possiamo usare molte parole per descrivere la distanza, sul piano delle emozioni, che in questo momento sembrano avere gli italiani rispetto a una politica che viene vissuta come forma di intrattenimento da una classe medio alta e come totalmente estranea dalle altre fasce di popolazione”. Un fenomeno che porta in sé “un alto rischio di astensionismo alle prossime elezioni ma anche, ed è più preoccupante, di disaffezione per la democrazia che non riesce a dare reali risposte”. Claudio Mencacci, psichiatra, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia, descrive così all’Adnkronos Salute il rapporto, sul piano psicologico, tra i cittadini e la campagna elettorale.
“Tra le motivazioni di questa indifferenza – continua Mencacci – c’è anche il fatto che nessuno sentiva la necessità di tornare a un inasprimento della conflittualità politica in un momento come questo, con la percezione che i vantaggi personali siano tornati ad essere privilegiati rispetto ai vantaggi comuni. Con il Covid, infatti, c’è stata l’illusione sociale che l’esperienza ci avesse resi tutti più responsabili. E con Draghi, che ci fosse un timoniere, sostenuto da tutti i partiti, in una fase difficile. Mentre, poi, ci siamo trovati, da un momento all’altro, in una crisi difficile da comprendere sul piano della responsabilità”. (segue)