(Adnkronos) – “Attenzione ai pericoli per i giovani” delle nuove mode alimentari, che “fra digiuni intermittenti e cene saltate” rischiano di aggravare i disturbi del comportamento alimentare, un’emergenza in crescita. A lanciare l’allarme sono quattro docenti dell’università di Padova, che mettono in guardia contro “il combinarsi di un’enfasi mal posta, e soprattutto mal raccontata, sulla necessità di evitare l’obesità e quindi di adottare diete quanto mai varie, a una crescente attitudine narcisistica della nostra società e a un concetto di bellezza il più delle volte ideale, slegato dalla realtà”. Un mix che “sta favorendo elaborazioni pericolose e distorte del concetto del mangiare. La conseguenza è” appunto “un costante aumento dei disturbi alimentari negli adolescenti, in particolare di disturbi anoressici potenzialmente molto gravi”.
A firmare il monito sono Eugenio Baraldi, direttore Dipartimento universitario Salute donna e bambino; Liviana Da Dalt, direttrice Didas Salute donna e bambino; Michela Gatta, direttrice Uoc di Neuropsichiatria infantile, e Giorgio Perilongo, direttore Uoc Clinica pediatrica, tutti dell’ateneo padovano, che intervengono in quanto “impegnati – spiegano in una nota – in una campagna per l’adozione da parte dei giovani di sani stili di vita quale elemento fondamentale per impostare e fondare traiettorie di salute le più durature possibili. Solo facendo leva sul ‘bello’, su ciò che è vero, naturale, divertente e solare, si riesce a educare i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti ad adottare sani stili di vita”. E “tra le cose belle, vere, naturali, divertenti e solari – precisano – ci sono anche un’alimentazione sana e il mangiare insieme in famiglia”.
Un messaggio che gli esperti cercheranno di trasmettere a 800 studenti delle scuole superiori di Padova e provincia, ai quali parleranno lunedì 22 maggio nel grande salone del Palazzo della Ragione della città veneta. I relatori condivideranno con i ragazzi il contenuto della ‘Carta di Padova per la salute dei giovani’, pubblicata su ‘Frontiers in Pediatrics’ nel 2022.
La rivista ‘Eating Behaviors’, riportano i quattro docenti padovani, “ha documentato ad esempio che il digiuno intermittente è risultato essere associato in modo scientificamente significativo, specie nelle giovani donne, a disturbi psicopatologici alimentari. Il dato numerico prodotto, a detta degli autori dello studio, sottostima la reale entità del problema. Il risultato non sorprende” gli esperti, “in considerazione del fatto che di per sé tutte le diete restrittive o contenitive sono ormai da tempo riconosciute quale principale fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari e, tra queste, in particolare il digiuno intermittente che è la modalità più irreggimentata e di moda per contenere l’importo alimentare”.
In merito al digiuno intermittente, i professori rimarcano inoltre che “il raccomandare a 360 gradi di saltare la cena per 4-5 volte la settimana corrisponde a deprivare una famiglia di un rito importante, quale è il sedersi insieme la sera attorno alla tavola, con possibili deleterie implicazioni sui figli e sulla famiglia stessa. Per molte famiglie, dove madre e padre lavorano tutto il giorno, è la cena il momento dello stare insieme, del dialogo”, pertanto “non cenare insieme per aderire a diete che prevedono di saltare il pasto serale è a rischio di creare isolamento. E’ ampiamente documentato da anni di ricerche scientifiche che mangiare insieme in famiglia è fra i comportamenti che migliorano l’autostima e il rendimento scolastico dei ragazzi, e previene ansia, depressione, alcolismo, comportamenti violenti, uso di sostanze e pensieri suicidari”, insistono i docenti esortando i genitori a imporre a tavola “regole” precise, quali “evitare l’uso di smartphone, la televisione accesa, e favorendo il più possibile il dialogo”. Perché “cenare insieme è stato definito come ‘una cintura di sicurezza per percorrere la strada piena di buche dell’infanzia e dell’adolescenza’”.
“La salute è un concetto globale che richiede, per essere tale, il benessere del corpo nella sua totalità di apparati e funzioni”, continuano gli esperti rivolgendosi anche a chi fa divulgazione: “Grande attenzione va posta nel parlare, nel narrare di salute”, rimarcano, “consapevoli che – soprattutto a causa della sovrabbondanza di informazioni reperibili in Rete e purtroppo non sempre di certificata attendibilità – le persone, in particolare i giovani e i fragili, non avendo ancora sviluppato strumenti interpretativi adatti alla valutazione di quanto proposto, sono maggiormente esposti al rischio delle facili promesse che abbondano in Rete. Ci vuole saggezza – concludono – discrezione e un po’ di umiltà nel trasmettere il sapere sulla salute e interpretare la complessa realtà in cui viviamo”.