(Adnkronos) –
Quattro ‘alieni’ nei nostri mari che è meglio evitare: palla maculato, scorpione, coniglio scuro e coniglio striato. Sono i nomi dei pesci, tutte specie invasive tropicali arrivate dal canale di Suez e avvistate in Italia, dalla puntura velenosa – e assai dolorosa – (nel caso dello scorpione e dei due tipi di pesce coniglio) o tossiche per chi li mangia (palla). A mettere in guardia contro questi ‘incontri ravvicinati’, diventati possibili nelle nostre acque tropicalizzate, è Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca all’Istituto per le Risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Irbim-Cnr) di Ancona, particolarmente esperto di pesci alieni.
“Il fenomeno – spiega all’Adnkronos Salute – è ormai consolidato, abbiamo ricevuto avvisi anche sul gruppo Facebook Oddfish, che raccoglie segnalazioni di eventi particolari, specie aliene e curiosità”. E non a caso “lo scorso anno Irbim Cnr, insieme all’Ispra, ha lanciato una campagna, ancora attiva, che abbiamo chiamato ‘Attenti a quei 4’, in modo da informare i cittadini, spiegare come riconoscere e monitorare la presenza di queste 4 specie, la loro distribuzione nelle acque italiane, grazie anche alle segnalazioni di pescatori e subacquei”. In Calabria, per esempio, “è stato di recente avvistato il pesce scorpione, detto anche lionfish, una specie che viene dal Mar Rosso, si sta espandendo rapidamente lungo tutto il Mediterraneo orientale fino ad arrivare alle nostre coste”. Si tratta di un pesce “pericoloso per la salute umana, con le sue 18 spine velenose, la cui puntura è davvero dolorosa, oltre al rischio di un possibile shock anafilattico”, aggiunge Azzurro.
Merita massima attenzione anche il “famigerato pesce palla maculato, lagocefalus sceleratu, la cui presenza è ancora occasionale in acque italiane. Questa specie di pesce palla è particolarmente tossica al consumo: in questo caso il pericolo non è nel veleno delle spine ma proprio nella tossicità delle carni. Gli avvistamenti sono stati fino ad oggi limitati: in Sicilia, in particolare a Lampedusa, e in Calabria”. Ci sono poi “due tipi di pesci coniglio – siganus luridus e siganus rivulatus – erbivori tropicali che hanno spine velenose. Il rischio è che pescatori non professionisti o subacquei possano catturare queste specie con le reti, maneggiandole e non conoscendo i pericoli possano farsi male”. Anche per questo “stiamo lavorando alla campagna ‘attenti a quei 4 – conclude – per informare la cittadinanza su questo tipo di pericolo ma anche per chiedere di segnalare eventuali avvistamenti. In questo senso la campagna ha una duplice finalità”.