(Adnkronos) – “Il nostro impegno contro la sclerosi multipla, cominciato 25 anni fa, si riflette oggi anche nelle nuove molecole che abbiamo sviluppato, come cladribina, che aiuta i pazienti a cambiare il modo in cui vivono la sclerosi multipla”. Così Jan Kirsten, Amministratore delegato della divisione Healthcare di Merck Italia, a margine della prima delle tre giornate del 9° Congresso Ectrims- Actrims, organizzato dal Comitato europeo per il trattamento e la ricerca sulla sclerosi multipla (Ectrims) con la collaborazione dell’omonimo comitato americano (Actrims) e il supporto dell’Associazione italiana sclerosi multipla (Aisla). La tre giorni si svolge al MiCo di Milano e prevede la partecipazione di oltre 9mila ricercatori, medici e specialisti della sclerosi multipla.
“Il più grande problema è che ogni giorno la malattia ricorda ai pazienti della sua presenza, peggiorando così radicalmente la loro qualità della vita. Con la cladribina in compresse questo cambia – ha spiegato Kristen – perché è una terapia che va assunta solo per due settimane, una volta all’anno per due anni, e per il resto del tempo, ovvero per quattro anni in totale, non si deve più pensare al farmaco. E’ un’innovazione che restituisce al paziente la libertà di gestire la propria vita, soprattutto per i pazienti più giovani”.
“Ma non possiamo fermarci qui, per questo continuiamo ad investire in ricerca e sviluppo – ha precisato l’Ad – e speriamo di lanciare molto presto evobrutinib, nuovo farmaco anch’esso per la sclerosi multipla. Questo farmaco è davvero unico poiché è un inibitore con un doppio meccanismo d’azione. Da una parte riduce le lesioni che causano le ricadute della malattia facendole rimanere costanti per cinque anni e dall’altra riduce anche la progressione silente della malattia. Questo è davvero importante perché trattare le ricadute non è sufficiente. Tra una ricaduta e l’altra- aggiunge – c’è un silenzioso progredire della malattia che deve essere arginato. E’ molto importante aiutare i pazienti in queste fasi perchè altrimenti le difficoltà motorie dei pazienti continueranno ad aumentare anche prima che si manifesti la ricaduta successiva. In questo senso evobrutinib sarà una vera rivoluzione nel trattamento della sclerosi multipla”.
“Proprio in Italia noi di Merck – ha ricordato Kirsten – abbiamo sviluppato il nostro primo farmaco contro la sclerosi multipla e ciò rende ancora più rilevante il fatto che il congresso Ectrims di quest’anno si svolga qui a Milano, in Italia. Questo farmaco, l’interferone beta-1a, è stato il primo a poter offrire una migliore qualità di vita ai pazienti con sclerosi multipla 25 anni fa ed è tuttora sul mercato dove continua a rappresentare – conclude – un’importante opzione terapeutica”.