(Adnkronos) – “L’approvazione di anifrolumab rappresenta un grande passo avanti per il trattamento di pazienti adulti con Lupus eritematoso sistemico attivo (Les), patologia multiforme, complessa, altamente debilitante e invalidante che impatta in maniera significativa sulla loro qualità di vita. Non solo, il Les colpisce 9 volte su 10 le donne in età fertile, quindi si tratta di una malattia che ha anche un impatto sociale estremamente rilevante. Dopo oltre 10 anni, anifrolumab è l’unico farmaco che ad oggi ha concluso il programma di sviluppo clinico in questa patologia, per la quale è molto complesso condurre studi clinici randomizzati. I pazienti con lupus da moderato a grave potranno ora beneficiare di un trattamento in grado di ridurre l’attività di malattia garantendone una rapidità di azione e un risparmio nell’utilizzo del cortisone”. Lo ha detto Raffaela Fede, direttore medico AstraZeneca Italia durante la conferenza stampa “Lupus eritematoso sistemico, le nuove opportunità di cura”, promossa oggi a Roma in occasione del World Lupus Day per fare il punto sulle importanti novità terapeutiche al momento disponibili per controllare la malattia.
“Oggi è una giornata molto importante che ci aiuta a ricordare una patologia estremamente invalidante e multiforme, come il Lupus eritematoso sistemico – sottolinea Fede -. Siamo orgogliosi di portare una innovazione terapeutica ai pazienti colpiti da Les, un farmaco che antagonizza l’interferone 1 ed è efficace oltre che sicuro e con una rapidità d’azione, come hanno dimostrato tre importanti studi clinici: due studi di Fase III Tulip (1 e 2) e lo studio di Fase II Muse. Dai risultati emersi, anifrolumab dimostra la sua efficacia soprattutto nell’ambito cutaneo e articolare che sono tra i distretti più coinvolti all’esordio del Les, sebbene anche altri dati recenti confermino un profilo di efficacia nell’ambito ematologico, anche questo interessato dalla malattia”. Non solo, “anifrolumab in oltre il 50% dei pazienti con Les consente una riduzione duratura nell’utilizzo di corticosteroidi orali che contribuiscono al danno d’organo in questi pazienti e, di conseguenza, peggiorano la prognosi di malattia”.
Come “AstraZeneca siamo impegnati in varie aree terapeutiche, in particolare l’area respiratoria e l’area immunologica, per le quali abbiamo oltre 30 studi e 14 molecole in sviluppo” conclude.