(Adnkronos) – “Nel 2023 sono 137mila le persone colpite in Italia da sclerosi multipla, prima causa di disabilità neurologica nei giovani adulti. E’ una malattia che comporta un elevato impegno assistenziale e sanitario. Una diagnosi precoce e corretta e una terapia appropriata possono migliorare in maniera significativa la qualità della vita non solo dei malati, ma anche dei caregivers. Abbiamo la fortuna di avere organizzazioni e associazioni come l’Aism, che dedicano alla ricerca e all’assistenza un grande impegno. Però non c’è dubbio che ci sia ancora tanto da fare per garantire l’accessibilità ai servizi sanitari, ai trasporti pubblici, alle strutture edificatorie, in modo universalistico a livello nazionale”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, intervenendo all’evento promosso dall’Associazione italiana sclerosi multipla in Senato, in occasione della settimana dedicata alla malattia. Fedriga ha sottolineato l’importanza dell’Agenda della sclerosi multipla 2025 e delle patologie correlate, “sulla quale assicuro l’impegno del sistema delle Regioni a farla propria”.
“Questo documento – ha evidenziato – si aggiunge a quello predisposto lo scorso anno da Agenas che può essere una base di discussione con il Governo per superare le attuali criticità nella gestione della malattia, materia che approfondiremo nell’ambito della Commissione Salute della Conferenza. L’obiettivo è arrivare alla sottoscrizione di un accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, così come già avvenuto per altre patologie, ad esempio alle malattie reumatiche infiammatorie e auto-immuni”.
Con l’adozione del percorso diagnostico terapeutico nazionale “sarà assicurato il diritto dei pazienti affetti da sclerosi multipla di accedere a servizi diagnostici e terapeutici omogenei su tutto il territorio nazionale, attraverso la collaborazione tra i centri, e tra questi e il territorio, nelle singole regioni, nonché ottimizzare le risorse umane, strutturali ed economiche”, ha precisato Fedriga che ha poi sottoscritto, insieme alle altre istituzioni presenti, la nuova Carta dei diritti che declina e specifica i valori e i principi universali, consolidando i 7 diritti fondamentali già sanciti nel 2014 – salute, ricerca, autodeterminazione, inclusione, lavoro, informazione, partecipazione attiva – a cui se ne aggiungono altri tre: educazione e formazione, semplificazione, innovazione.