(Adnkronos) – “Una formazione che si adegua alle esigenze di salute e sanità a cui stiamo andando incontro nel prossimo futuro, con le emergenze epidemiologiche, la cronicità, l’invecchiamento della popolazione e la necessità di una maggiore presenza sul territorio”. Ma anche “più diritti per gli specializzandi e per i medici di medicina generale in formazione. Insomma: più tutele, medicina generale che diventa specializzazione e uno stretto rapporto con il territorio sin dall’inizio della formazione”. Sintetizza così la senatrice Paola Boldrini (Pd), prima firmataria di un disegno di legge in 11 articoli, il testo presentato oggi in conferenza stampa a Roma.
Per Boldrini si tratta di “un cambiamento necessario della formazione specialistica in medicina – spiega all’Adnkronos Salute – a margine della conferenza, perché questo percorso non sia più una borsa di studio tout court, ma diventi una formazione lavoro con le giuste tutele per gli specializzandi”. I punti di forza, aggiunge, sono “integrazione università-ospedale e Servizio sanitario regionale, sia nelle Scuole di specializzazione sia durante il percorso universitario di base. Con un’attenzione mirata sui bisogni di salute del cittadino in modo da prendere in carico, a partire dal territorio, una cittadinanza che diventa sempre più anziana, con una maggiore presenza di cronicità e con i problemi che il Covid ha fatto emergere”.
“Ci siamo resi conto – ha spiegato ancora Boldrini – che alla formazione medica, dopo il Covid, e con le normative successive, era necessario mettere mano. Mi riferisco al dl Calabria che ha permesso un bel cambiamento, ma anche al fatto che con il Covid è emersa la necessità di avere una formazione più puntuale e più operativa sul territorio. Stiamo riformando la sanità del territorio con il Dm 71. Serve, a questo punto, anche una formazione più integrata al territorio”. (segue)