(Adnkronos) – “Per la gestione del glaucoma oggi disponiamo di quattro grandi famiglie di farmaci (cui se ne sono aggiunte recentemente altre 2) con le quali possiamo creare uno schema terapeutico personalizzato cucito addosso al paziente come un vero e proprio ‘abito sartoriale’. Oltre ai colliri, infatti, abbiamo i neuro-protettori, farmaci che lavorano direttamente sulla biologia del nervo ottico, ai quali si aggiungono due opzioni con un basso profilo di rischio, quali il laser con la trabeculoplastica selettiva (detta Slt), tecnica da poco sdoganata come prima scelta terapeutica, che non richiede il ricorso immediato ai colliri, e le chirurgie mininvasive (Migs). Entrambe le opzioni abbassano la pressione dell’occhio che nel glaucoma aumenta, danneggiando il nervo ottico e provocando un danno irreversibile alle fibre nervose”. Così all’Adnkronos Salute Stefano Gandolfi, direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Parma e presidente di Sigla, Società italiana glaucoma, alla vigilia del XIX congresso nazionale, in programma a Torino dal 15 al 17 giugno.
Il glaucoma colpisce “2 italiani su 100 dopo i 40 anni – spiega Gandolfi – ma andando avanti con gli anni la percentuale aumenta, dopo i 70 anni sono 5 su 100. Quindi cresce il numero di persone che, ad esempio, non possono più guidare perché cominciano a perdere la vista da un occhio e avere il campo visivo compromesso nell’altro. Questi pazienti non sono più indipendenti. Pertanto, dal punto di vista sociale la malattia ha un impatto devastante per i settantenni di oggi che sono un pilastro fondamentale del nostro welfare famigliare”.
Silente e democratico, il glaucoma “colpisce allo stesso modo e in eguale misura uomini e donne” prosegue l’esperto che aggiunge: “si tratta di una malattia che mette paura, ma non così tanta da essere messa nel ‘radar’ dalle istituzioni. Non a caso, il glaucoma, come quasi tutte le malattie dell’occhio, è da tempo la ‘Cenerentola’ del Servizio sanitario nazionale. Da qui il lavoro e l’impegno di Sigla, in cooperazione con l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb) e con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti, per far sentire la voce di chi si ritrova di fatto con una grave disabilità a causa della malattia”.
I farmaci per il glaucoma “hanno un forte impatto sulla qualità della vita dei pazienti. Fortunatamente la gestione della malattia sta cambiando in favore di chi ne è affetto”. Come primo step c’è il “laser, tecnica da poco sdoganata come prima scelta terapeutica, che non richiede il ricorso ai colliri – rimarca Gandolfi – Per abbassare la pressione dell’occhio la chirurgia mininvasiva, invece, rappresenta il modo più efficace per non passare subito ai farmaci. Poi c’è un terzo passaggio, con i farmaci”. Oltre ai colliri “abbiamo a disposizione i neuroprotettori che lavorano direttamente sulla biologia del nervo ottico, e farmaci che di fatto irrobustiscono il nervo ottico, rendendolo meno vulnerabile” conclude.