(Adnkronos) – La segnalazione dal Regno Unito è partita il 5 aprile 2023. Il National Ihr Focal Point informa l’Organizzazione mondiale della sanità che è stato rilevato un aumento rispetto al 2021 di miocarditi gravi nei neonati e nei lattanti, associate a infezione da enterovirus. Tra giugno 2022 e marzo di quest’anno 15 neonati e bambini piccoli, di età fino a 28 giorni, hanno presentato un quadro coerente con la sepsi neonatale in Galles e nel sud-ovest dell’Inghilterra. Il test Pcr relativo a 9 casi ha confermato la presenza di coxsackie B3 o coxsackie B4, famiglia degli enterovirus. Al 20 aprile scorso 3 pazienti erano ricoverati in ospedale, 4 erano gestiti in regime ambulatoriale e 2 erano deceduti.
Sebbene le infezioni da enterovirus siano comuni nei neonati e nei bambini piccoli, “l’aumento riportato di miocardite con esiti gravi nei neonati e nei bambini associati all’infezione da enterovirus è insolito”, rileva l’Oms. Dieci casi di quelli descritti in questo alert sono stati registrati in South Wales e 5 in Southwest England. Otto casi sono stati trattati in terapia intensiva. Si è in attesa di ulteriori dettagli sui restanti 6, individuati attraverso una ricerca retrospettiva. In tutti i pazienti viventi esaminati la miocardite – infiammazione del muscolo cardiaco – era una caratteristica delle condizioni con cui si presentavano. Il picco di incidenza dei casi è stato nel novembre 2022 (5 casi), mentre negli altri mesi si sono verificati casi sporadici. Per gli 8 pazienti ricoverati in terapia intensiva sono stati necessari supporti dall’intubazione alla ventilazione e supporto circolatorio. Per avere un’idea dell’aumento insolito rilevato nello stesso ospedale, che copre la regione del Galles meridionale, negli ultimi 6 anni è stato identificato solo un altro caso simile.
Gli enterovirus possono causare una serie di malattie infettive e sono responsabili di epidemie annuali. Sono generalmente lievi, ma è stato riscontrato che colpiscono i neonati in modo diverso e spesso più grave rispetto ai bambini più grandi. Esistono molteplici vie di trasmissione, in particolare nel periodo neonatale. L’alert segnalato all’Oms riguarda un aumento sia del numero che della gravità delle infezioni da enterovirus (coxsackievirus) nei bambini di età inferiore a un mese. C’è un aumento della morbilità e della mortalità associato all’incidente in corso.
Quanto alle contromisure prese, il 28 febbraio 2023 – informa l’Oms – i pediatri nella regione del Galles del Sud sono stati allertati sui casi ed è stato loro raccomandato di considerare la miocardite nei neonati e nei neonati che presentano shock. E’ stato poi istituito un Incident Management Team a livello nazionale che sta esaminando le evidenze raccolte per determinare i prossimi passi per la risposta. Le indagini epidemiologiche sono in corso. Le autorità del Regno Unito hanno sensibilizzato gli operatori sanitari sul cluster e chiesto di fare test per gli enterovirus nei casi sospetti. Ai laboratori ospedalieri è stato ricordato di inviare i campioni positivi al laboratorio nazionale di riferimento per la caratterizzazione e la tipizzazione virale. Ai medici e ai laboratori ospedalieri di segnalare casi sospetti di miocardite da enterovirus neonatale identificati dall’1 giugno 2022 alla Uk Health Security Agency.
L’Oms ha effettuato infine una valutazione del rischio. L’agenzia Onu per la salute rileva che le indagini preliminari in Uk non hanno identificato altri cluster in nessun’altra regione, oltre le interessate, negli ultimi 12 mesi. Sulla base delle informazioni limitate disponibili, “l’Oms valuta il rischio per la salute pubblica come basso”. Tuttavia, poiché l’enterovirus spesso non è tra le malattie soggette a denuncia negli Stati membri, e poiché una caratteristica è che si può essere portatori asintomatici dell’infezione e diffusori (in questa serie di casi c’erano poche prove di infezione materna prima o durante il parto), ulteriori casi di gravi infezioni neonatali da enterovirus potrebbero altrove non essere stati diagnosticati o segnalati.
Sul fronte delle raccomandazioni, l’Oms precisa che non è disponibile una terapia antivirale specifica e il trattamento è mirato a prevenire complicanze. Non esiste neanche un vaccino e le misure di controllo in casi di epidemie si concentrano sulle misure igieniche classiche (lavaggio mani e disinfezione di indumenti e superfici sporche). In determinate situazioni, puntualizza l’agenzia, “può essere consigliabile chiudere gli asili nido e le scuole per ridurre l’intensità della trasmissione”. L’Oms non raccomanda alcuna restrizione di viaggio o commerciale nel Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili. L’invito è a fare attenzione al fatto che gli enterovirus non-polio sono comuni e distribuiti in tutto il mondo. E “sebbene le infezioni siano spesso asintomatiche, altre si presentano con infezioni del tratto respiratorio da lievi a moderate”, con sintomi come febbre, naso che cola e debolezza. “I medici che vedono neonati che presentano shock possono prendere in considerazione una diagnosi di miocardite e il test per gli enterovirus”.