(Adnkronos) – Nel mondo quasi un miliardo di persone, circa una su 8, convive con almeno un disturbo mentale. Un’emergenza tra i giovanissimi, come attestano i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità che conta un 10-20% di bambini e adolescenti colpiti, con il 75% delle malattie psichiatriche che insorge prima dei 25 anni e la metà che dà sintomi entro i 14.
Solo in Italia “i disturbi neuropsichici colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, con manifestazioni molto diverse per tipologia, decorso e prognosi”. Alla vigilia della Giornata mondiale della salute mentale che ricorre il 10 ottobre, gli specialisti della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia) rilanciano l’allarme disagio fra i minori: negli ultimi anni l’aumento delle visite neuropsichiatriche infantili urgenti è stato “esponenziale”, segnalano, sollecitando la necessità di prevenzione, diagnosi precoce e cure tempestive. “Bisogna intervenire in età evolutiva”, avvertono gli esperti.
“E’ solo ponendo la lente d’ingrandimento sull’età evolutiva, che ha specificità e peculiarità rispetto all’età adulta, che si può intervenire precocemente”, spiega la presidente Sinpia Elisa Fazzi, direttore dell’Unità operativa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Asst Spedali Civili – università di Brescia e membro del Tavolo tecnico per la Salute mentale presso il ministero della Salute. “La domanda di interventi in questo ambito – riferisce – è in continua crescita. Si tratta di una vera emergenza di sanità pubblica, con un’inevitabile ricaduta su aspetti sociali, umani ed economici in tutti i Paesi del mondo”.
“Il peso globale dei disturbi mentali in età evolutiva continua a crescere anche in Italia”, sottolinea Fazzi. Eppure “l’impegno istituzionale del nostro Paese appare” alla Sinpia “ancora irrisorio in tale campo, collocandosi fra gli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale, con circa il 3,4% della spesa sanitaria complessiva a fronte del 10% dei principali Paesi ad alto reddito, e con risorse particolarmente carenti per i servizi ospedalieri e territoriali di neuropsichiatria infantile che in questi anni si trovano ad affrontare una vera emergenza”.
La Sinpia evidenzia i risultati di uno studio collaborativo policentrico coordinato dalla Neuropsichiatria infantile dell’università di Torino diretta da Benedetto Vitiello. “Abbiamo analizzato i dati di 9 ospedali italiani che hanno raccolto circa 25mila visite neuropsichiatriche urgenti rivolte a bambini e adolescenti dal 2018 al 2021, e abbiamo potuto registrare – riporta Vitiello – un drammatico incremento di visite soprattutto per quanto riguarda i disturbi dell’alimentazione, in particolare l’anoressia, e disturbi quali autolesionismo e ideazioni o comportamenti suicidali, in soggetti in età adolescenziale con una prevalenza del sesso femminile”.
Gran parte dei quadri depressivi esordiscono nell’adolescenza (una femmina su 4 e um maschio su 10), ma spesso sono preceduti da altri disturbi come ad esempio quello del sonno, descrivono gli psichiatri. Il 59% dei casi di disturbi della condotta alimentare ha tra i 13 e 25 anni di età, il 6% ha meno di 12 anni e il suicidio rappresenta la prima causa di morte in italia tra gli adolescenti (dato 2019). Gli esordi precoci di queste patologie sono inoltre associati a quadri più gravi e complessi. Da qui l’appello: “Una politica di sanità pubblica non può non tener conto di tali dati – ammonisce Rosamaria Siracusano, responsabile della Sezione di Psichiatria della Sinpia e dirigente medico dell’Uo di Neuropsichiatria infantile dell’Azienda ospedaliera Federico II di Napoli – che diventano ancora più significativi se consideriamo che il 20-40% dei ragazzi e degli adolescenti presenta elevati livelli di sofferenza psichica, ma solo meno della metà di questi giunge all’attenzione dei servizi di neuropsichiatria infantile”.
Numerose ricerche – rimarcano gli esperti – indicano inoltre che in molti casi i quadri clinici conclamati in adolescenza rappresentano l’evoluzione di condizioni spesso sottosoglia del bambino. “I disturbi propri del neurosviluppo ad esordio nei primi anni di vita – conclude Chiara Davico, neuropsichiatra infantile dell’università degli Studi di Torino – rappresentano i precursori per traiettorie evolutive psicopatologiche gravi e maggiormente impattanti in adolescenza. In tale ottica, promuovere il neurosviluppo sostenendo una crescita armonica e serena, così come intervenire quando compaiono difficoltà e disturbi, deve rappresentare una priorità del sistema sanitario, così come della comunità in senso lato”.