(Adnkronos) – “L’ematologia è una delle aree in cui AbbVie si sta impegnando di più: attualmente abbiamo circa 300 sperimentazioni cliniche in onco-ematologia in fase di svolgimento per più di 20 diverse neoplasie oggetto di studio. Sono 10 anni che sviluppiamo nuovi farmaci, e in particolare l’ematologia è l’area in cui investiamo di più, circa il 15% del nostro fatturato. Quindi importanti risorse che ci vedono focalizzati su quelli che sono i bisogni insoddisfatti di salute, e ci auguriamo di riuscire ad arrivare a breve ad altre soluzioni simili a quelle di venetoclax”. Lo ha detto Fabrizio Greco, amministratore delegato di AbbVie, nel suo intervento alla conferenza stampa ‘Leucemia mieloide acuta: le nuove prospettive nella gestione della malattia’, promossa oggi a Roma per presentare il farmaco venetoclax per pazienti con Lca non idonei alla chemioterapia intensiva standard, per il quale Aifa ha approvato recentemente la rimborsabilità e la designazione di innovatività piena, che consente il suo inserimento nel Fondo dei farmaci innovativi.
“Siamo di fronte ad un esempio virtuoso, forse unico – sostiene Greco – di un farmaco messo a disposizione dei pazienti circa un anno prima rispetto all’approvazione europea. Non solo. Dai numeri che sono stati condivisi, questo farmaco ha consentito a più di 2mila pazienti con Lca di beneficiare di una maggiore sopravvivenza perché questa terapia cura, e in qualche caso guarisce, pazienti che in passato avevano una prognosi di vita molto limitata. Inoltre, consente un’aspettativa di vita più lunga per circa la metà dei pazienti oggi colpiti da questa patologia”.
Già oggi “sono più di 800 gli ematologi in grado di utilizzare venetoclax – evidenzia l’Ad di AbbVie – e quindi capiamo quanto sia importante riuscire ad avere un accesso precoce ai farmaci, soprattutto a quelli innovativi”. E sulla recente decisione dell’Agenzia italiana del farmaco di riconoscere a venetoclax, insieme alla rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale, lo status di innovatività con il relativo inserimento nel Fondo dei farmaci innovativi, Greco non ha dubbi: “Consente a venetoclax di evitare i prontuari regionali”. Tuttavia, per la “stragrande maggioranza dei farmaci ci sono altri 8-10, anche 12 mesi di attesa e l’attesa è un bisogno di salute insoddisfatto. Quindi non c’è solo la necessità di sviluppare un farmaco, ma c’è anche la necessità di consentire ai pazienti l’accesso ai farmaci”. In queste settimane “si parla a tutti i livelli di revisione della governance farmaceutica. Mi auguro – conclude – che l’esempio di venetoclax visto in positivo sia uno spunto per migliorare quello che dovrebbe essere lo standard e non l’eccezione”.