(Adnkronos) – Gastroenteriti nemico numero uno degli italiani nelle ultime settimane. Queste forme parainfluenzali sono le più diffuse al momento e riguardano il 40% dei pazienti che si rivolgono ai medici di famiglia per sintomi acuti. Seguono le infezioni batteriche della gola, che riguardano il 25% dei casi, mentre solo il 10% ha l’influenza. A tracciare per l’Adnkronos Salute la mappa dei malanni autunnali è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).
“La patologia che stiamo vedendo più spesso nei nostri studi – spiega Scotti – è questa forma gastroenterica che, in diversi casi, si prolunga anche oltre 48 ore. E in qualche caso, soprattutto nei soggetti anziani, è anche difficile da bloccare: rischiano di avere anche per una settimana sintomi gastroenterici importanti. In questi casi serve una grande attenzione perché la perdita di liquidi in una persona che, come avviene in genere per gli assistiti più avanti con l’età, ha cardiopatie o altre compromissioni va osservata per evitare che il paziente si scompensi”. Circolano, poi, aggiunge il segretario Fimmg, “molte forme batteriche delle alte vie respiratorie, streptococco in particolare”.
I casi di influenza osservati dai medici di famiglia “al momento sono ancora abbastanza sporadici”, riporta ancora Scotti. “Possiamo stimare un paziente su 10, tra quelli che ci contattano per sintomi acuti, con qualche differenza regionale, legata alle temperature”. Ma da qui “a poco saliranno, anche per la variazione del clima che fino ad oggi è stato più caldo rispetto alle passate stagioni nella maggior parte della penisola. E questo ha tenuto un po’ a bada il virus”.
“Questa partenza lenta – precisa il vertice Fimmg – non deve far dimenticare che l’influenza è comunque una malatia importante, non banale. L’abbassamento delle temperature verso cui stiamo andando favorirà i raffreddamenti e le possibilità per il virus di svilupparsi e circolare. E’ il momento giusto per vaccinarsi”, esorta Scotti.
“Vediamo anche casi di Covid – conclude – ma in misura assai minore degli anni precedenti e nella consapevolezza che sono sicuramente più presenti di quelli rilevati, perché c’è un ampio ricorso all’auto-tampone che viene utilizzato moltissimo: direi in 3 casi su 4”.