(Adnkronos) – “La digitalizzazione dei processi sanitari rende possibili molte opportunità per i contesti ospedalieri e Asl, ma soprattutto per i pazienti che sono al centro di questi processi. Il leitmotiv della sanità oggi è la digitalizzazione, ma non bisogna innamorarsi degli slogan”. Telemedicina e sanità digitale sono “strumenti. Al centro c’è il cittadino. Gli strumenti devono essere sempre presi dalla parte giusta, come nel caso del coltello, dalla parte del manico, non della lama: per poterlo fare servono competenze adeguate. Le stiamo costruendo”. Andrea Lisi, presidente Anorc professioni, intervenendo al Welfair, il nuovo format di Fiera Roma che ha riunito, per 3 giorni, tutti gli attori del mondo della salute.
Quando ci sono tante opportunità “dobbiamo gestire il rischio – mette in guardia Lisi – parliamo di dati sanitari che sono un’opportunità per il mondo scientifico e la ricerca, lo studio e le possibilità di cura”, ma anche per “le capacità diagnostiche offerte dai sistemi innovativi, fino ad arrivare all’intelligenza artificiale. Si parla di dati delicatissimi -sottolinea l’esperto – che possono generare discriminazioni se arrivano in mani che non sanno usarli bene. Per evitare che sfuggano al controllo bisogna garantire una corretta custodia.
Ci sono normative che prevedono tutto questo, sulla protezione dei dati e sull’Intelligenza artificiale. Su questo – ricorda Lisi – arriverà un regolamento europeo che cercherà di garantire un utilizzo coerente del dato per garantirne la qualità e l’implementazione in questi processi innovativi”. Per poter controllare un dato e custodirlo correttamente “serve una testa pensante – evidenzia Lisi – che non è quella artificiale, ma quella delle competenze che ci sono dietro. Per garantire tutto questo ci vogliono team multidisciplinari composti da medici, essendo in settore sanitario, predisposti alle innovazioni, menti più legali, giuridiche, che conoscano la normativa, più attenti alla security, alla data protection, teste ingegneristiche, gli ingegneri informatici, fino ad arrivare – conclude – al manager dell’innovazione della transizione digitale in grado di guidare questi team”.