(Adnkronos) – A ventiquattro ore dall’esame di maturità per migliaia di ragazzi, “la prima immagine che mi viene in mente è la mia visita ad un liceo romano. I ragazzi occupavano la strada per protestare contro la linea del governo che imponeva la Dad. Volevano entrare a scuola e volevano stare con i loro compagni e vivere la socialità. Mi sono battuto perché la scuola riaprisse, così come lo sport, le palestre, i teatri e i concerti. Ma dopo? Cosa facciamo per i giovani per davvero? Che scuola diamo loro? Come li accogliamo? Ci accorgiamo della loro inquietudine e del loro vivere ‘onlife’ solo davanti ad episodi come quelli di Casal Palocco a Roma. Non utilizziamo la loro freschezza e fertilità ma anzi li critichiamo anche duramente con campagne mediatiche che condannano i loro guadagni attraverso i social”. Così all’Adnkronos Salute il direttore generale dell’Inmi Spallanzani di Roma Francesco Vaia, alla vigilia della prima prova dell’esame di maturità, che dopo tre anni di pandemia torna completamente alla normalità.
Vaia ricorda l’atteggiamento, anche sprezzante, che durante la pandemia c’è stato nei confronti del mondo dei ragazzi e delle loro richieste. “Siamo maestri cattivi o assenti e pretendiamo di avere tanti piccoli ‘pinocchi’ da noi fabbricati – osserva – Sembra di essere tornati a quando si costringevano i ragazzi mancini ad utilizzare, contro natura, la destra. E come dimenticare la loro colpevolizzazione durante il Covid: sono degli untori, non si vaccinano e mettono a repentaglio la vita dei loro genitori e nonni. Sono degli ecovandali, bloccano le strade, deturpano i monumenti dimenticando o facendo finta di dimenticare ciò che vogliono dirci – avverte il direttore – ‘desideriamo vivere in un mondo migliore, senza guerre, con il rispetto dell’ambiente, della natura e degli animali’, ai quali non dare antibiotici che fanno dell’Europa e dell’Italia un’area geografica in cui ancora si muore troppo per l’antibiotico resistenza”.
Sono tre anni che Vaia porta avanti la battaglia per degli interventi seri e strutturali sulla scuola e sui giovani, non solo quando scoppia un’emergenza. “Il presidente del Consiglio è stata ministro dei giovani. Faccia attuare politiche concrete in loro favore. Per il lavoro, per la scuola – chiede il direttore – Ad esempio, che facciamo per la ventilazione meccanica? Per pagare meglio i docenti? Diamo loro, ad esempio, l’ingresso gratuito al teatro, al cinema e ai concerti. Finanziando le compagnie e gli artisti. Investiamo nell’occupazione giovanile, frenando la fuga all’estero”.
Infine, Vaia parla al cuore dei ragazzi che domani affronteranno il primo vero esame della loro vita. “I giovani sono sempre stati protagonisti dei cambiamenti epocali. Conservate questi giorni nella vostra memoria e non vi fermate. Dateci la lezione che meritiamo: non siamo stati capaci, come ‘boomer’ di darvi un mondo a vostra dimensione, costruitelo voi, con gli strumenti che vi sono più congeniali, con i social, con quanto ritenete giusto e regalateci uno speranza: vivere in un mondo più giusto”.