(Adnkronos) – “In Italia circa un milione e 200 mila persone soffrono di glaucoma e si stima che oltre 50% dei pazienti non sa di averlo perché non hanno mai fatto una visita oculistica. Non vedono più bene ma rimandano i controlli, sottovalutando di fatto il problema della pressione alta dell’occhio, che alcuni addirittura confondono con la cataratta”. Così Antonio Rapisarda, direttore scientifico Policlinico Morgagni sezione Di Stefano Velona (Catania) e past president della Società italiana glaucoma, alla vigilia del XIX congresso nazionale di Sigla in programma a Torino dal 15 al 17 giugno. “Un congresso dedicato alla malattia – spiega Rapisarda – oltre ad essere un’occasione per gli oltre mille iscritti per aggiornarsi sulle nuove cure e indagini diagnostiche, in questo la tecnologia ci aiuta molto, e sul ruolo della chirurgia mininvasiva”.
Il ladro silenzioso della vista, così viene chiamato il glaucoma, “è una malattia subdola – rimarca Rapisarda – infatti quando compaiono i primi sintomi il danno è già conclamato e la terapia serve solo a bloccare la patologia. Impossibile tornare indietro né guarire perché il glaucoma è una patologia cronica, progressiva e cattiva. Se sottovalutata porta alla cecità. Per questi motivi occorre puntare sulla prevenzione, fondamentale soprattutto dopo i 40 anni perché è l’età in cui statisticamente comincia a presentarsi la malattia, in particolare tra chi lavora tanto davanti ad un computer. Se in questa fase della vita la persona da vicino non vede bene e ha la pressione dell’occhio fuori norma, deve sottoporsi a tutti gli esami necessari a capire con quale tipo di glaucoma abbiamo a che fare. Ovvero, la tonometria per misurare la pressione dell’occhio; la perimetria per lo studio della funzionalità del nervo ottico; la pachimetria che consente di misurare lo spessore della cornea; e la gonioscopia, esame dell’occhio che misura l’angolo che si crea tra l’iride e la cornea”.
Prevenire, secondo Rapisarda, significa soprattutto seguire un calendario delle visite oculistiche: “la visita oculistica serve a prevenire il glaucoma ma anche altre malattie – sostiene – quindi è indispensabile oltre che utile. La prima visita oculistica si esegue alla nascita perché esistono dei glaucomi congeniti e altre malattie dell’occhio che compaiono alla nascita; in età pre-scolare e scolare, quindi ogni 5 anni fino al compimento dei 20 anni. Se a 40 anni la persona non evidenzia nessuna patologia, la visita si può ripetere anche ogni 3-4 anni”. Sul fronte delle terapie, Rapisarda assicura che “abbiamo a disposizione moltissime armi, tra questi i colliri e gli integratori neuroprotettori che vanno assunti per via orale”. I colliri “devono essere instillati più volte al giorno, servono ad abbassare il tono oculare ma allo stesso tempo producono la fastidiosa secchezza dell’occhio; perciò, il paziente deve utilizzare oltre ai colliri ipotensivi anche dei lubrificanti della superficie oculare per prevenire la sindrome dell’occhio secco” conclude.