(Adnkronos) – Industria farmaceutica esempio positivo sul fronte della natalità. Tra i dipendenti delle aziende Pharma, infatti, il numero dei figli è superiore del 45% rispetto alla media nazionale, secondo i dati di Farmindustria. “Un numero stimato su un campione rappresentativo delle nostre aziende associate che rileva anche altri indicatori come l’elevata partecipazione del lavoro femminile: il 44% degli addetti del settore è donna. Il 40% del fatturato è rappresentato da aziende che hanno a capo una donna”. Lo ha spiegato Carlo Riccini, vicedirettore generale di Farmindustria e direttore del Centro studi dell’associazione degli industriali del farmaco, intervenuto a ‘Demografica. Popolazione, persone, natalità: noi domani’, l’evento promosso da Adnkronos, oggi al Palazzo dell’informazione a Roma, per il lancio di ‘Demografica’, un nuovo progetto editoriale del Gruppo che ha l’obiettivo di mettere la produzione giornalistica al servizio di un dibattito che tenga insieme gli aspetti politici, sanitari, sociali ed economici del tema.
Altri dati, “di fonte Istat, rilevano un welfare aziendale molto forte”, che promuove “conciliazione vita lavoro e genitorialità”. Le azioni su quest’ultimo elemento “sono più frequenti nelle aziende farmaceutiche rispetto ad altri settori”, rileva Riccini. Dati positivi “che si accompagnano a numeri di turnover più bassi della media”.
Per Stefano Mecchia, Comunication & Corporate Pubblic Affairs Director di Chiesi Italia, ha spiegato “che l’azienda applica da anni un welfare aziendale olistico che mette al centro le persone per poter dare sostegno alla genitorialità, offrendo incentivi e politiche aziendali positive”. Un sistema che si snoda, già da prima della pandemia, su “uno smart working personalizzato per conciliare oneri lavorativi e familiari, un part time agevolato per il ritorno dalla maternità, contributi economici per sostenere il nido, scuola materna e campi estivi”. Ci sono poi “master per i neogenitori, sostegno psicologico per tutta la famiglia”. Altro traguardo “ottenuto è il superamento del pay gap, il divario salariale tra uomini e donne”, conclude.