(Adnkronos) – Sportivi, anche giovani, e lavoratori che svolgono attività intense all’aria aperta. Ma anche persone in condizioni economiche disagiate, donne incinte chi ha un’infezione da Covid o postumi legati al coronavirus. E ancora: persone che assumono alcuni tipi di farmaci, chi ha problemi di alcol o droghe, pazienti cronici e persino gli operatori sanitari. Le temperature elevate possono essere insidiose per la salute per diverse categorie, non solo gli anziani che restano “comunque quelli che hanno un più elevato rischio di complicanze a causa di una maggiore sensibilità al calore, di una riduzione dello stimolo della sete e di una minore efficienza di meccanismi della termoregolazione”. A elencare le situazioni di maggiore vulnerabilità alle ondate di calore è il ministero della Salute nella sezione del sito dedicato al pericoli connessi al caldo, in cui si possono leggere anche i suggerimenti ad hoc per ogni categoria.
Condizioni di caldo estremo – si spiega – rappresentano un rischio per la salute soprattutto in sottogruppi di popolazione caratterizzati da una limitata capacità di termoregolazione fisiologica o ridotta possibilità di mettere in atto comportamenti protettivi. Le persone vulnerabili al caldo, a causa di fattori clinici, ambientali e socio-economici, pertanto, vanno tutelate e monitorate durante le ondate di calore. Neonati e bambini, per esempio, per la minore capacità di termoregolazione e per l’incapacità di esprimere eventuali disagi legati alle condizioni ambientali, sono maggiormente esposti al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea e a una disidratazione, con possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico.
Anche le donne in gravidanza sono particolarmente vulnerabili, l’organismo in questa fase va infatti incontro a una serie di cambiamenti fisiologici: l’aumento del volume del sangue materno, per un adeguato flusso sanguigno alla placenta, richiede una sufficiente idratazione. Il caldo può essere causa di disidratazione, con la perdita, attraverso la sudorazione, di liquidi e sali minerali preziosi per l’equilibrio materno-fetale. Le donne che soffrono di malattie croniche o quelle che hanno patologie della gravidanza, come la pressione alta o il diabete in gravidanza, possono essere più a rischio di parto prematuro.
Tra le persone con malattie croniche, corrono maggiori pericoli per il caldo i pazienti ipertesi e cardiopatici, soprattutto se anziani. I diabetici, anche se in terapia farmacologica, sono a rischio di disidratazione, soprattutto in caso di neuropatia periferica, perché la sudorazione è inefficiente per via dell’interruzione del segnale diretto alle ghiandole sudoripare. I pazienti con grave insufficienza renale o dializzati, infine, sono maggiormente a rischio poiché possono andare incontro più facilmente a sbalzi di pressione.
Tra le categorie vulnerabili ci sono anche le persone che soffrono di disturbi psichici, che a causa del loro minore grado di consapevolezza del rischio possono assumere comportamenti inadeguati. Inoltre, è bene ricordare che questo gruppo di persone fa abituale uso di farmaci e ciò può aggravare gli effetti indotti dall’eccesso di calore. Le persone con ridotta mobilità o non autosufficienti sono invece particolarmente a rischio perché dipendono dagli altri per regolare l’ambiente in cui si trovano e per l’assunzione di liquidi. Una popolazione particolarmente suscettibile alle ondate di calore è poi quella assistita nelle lungodegenze, nelle residenze sanitarie assistenziali Rsa e nelle residenze per anziani, a cui va assicurato un adeguato monitoraggio dell’assunzione di liquidi, dei parametri clinici e l’adozione di misure strutturali per il controllo della temperatura.
Alcuni farmaci, inoltre, interferiscono con i meccanismi della termoregolazione o influenzano lo stato di idratazione. In particolare medicinali per ipertensione e malattie cardiovascolari; disturbi della coagulazione; malattie neurologiche; malattie psichiatriche; disturbi della tiroide; malattie respiratorie croniche. Rischi da caldo anche per le persone con dipendenze. L’uso di alcol e oppiacei incrementa la vasodilatazione cutanea e aumenta la sudorazione, riducendo la temperatura corporea, ma aumentando il rischio di disidratazione. Inoltre l’alcol agisce come un potente diuretico portando a un’ulteriore eccessiva perdita di liquidi e disidratazione.
Anche le persone giovani possono avere disturbi legati alle alte temperature, in particolare se fanno esercizio fisico o un lavoro intenso all’aria aperta. Le persone che svolgono un’intensa attività lavorativa all’aperto (per esempio lavoratori agricoli, lavoratori del settore costruzioni, trasporti eccetera) sono maggiormente a rischio di sviluppare uno dei disturbi associati al caldo.
Un altro gruppo a rischio di effetti avversi da caldo sono gli operatori socio-sanitari e tutti i lavoratori che svolgono servizi essenziali negli ospedali e nelle strutture residenziali per anziani, in quanto i dispositivi di protezione individuali possono aumentare il rischio di disturbi causati dal caldo. Questi lavoratori vanno particolarmente protetti, ad esempio con pause frequenti in luoghi rinfrescati, reintegro dei sali e liquidi persi, programmando le attività più pesanti nelle ore più fresche, adottando un abbigliamento più leggero.
Problemi e disturbi da caldo riguardano inoltre le persone con infezione da Covid o che hanno postumi a lungo termine della malattia. A rendere vulnerabili alle ondate di calore ci sono infine le condizioni socio-economiche disagiate La povertà e la solitudine possono ridurre la consapevolezza dei rischi e limitano l’accesso alle soluzioni di emergenza. Chi è più povero o più isolato, inoltre, ha minori possibilità di spostare temporaneamente il proprio domicilio in zone più favorevoli e minori possibilità di condizionare l’aria della propria abitazione.