(Adnkronos) – “Il rientro dalle vacanze per molti può significare dover affrontare un lungo periodo di fisioterapia o, nei casi peggiori, un intervento chirurgico seguito da una buona riabilitazione. In montagna o al mare si tende a strafare, a praticare sport anche in orari non consoni. Risultato? In montagna abbiamo riscontrato un aumento dei traumi da ciclismo o durante le escursioni” nei sentieri di trekking “a danno di clavicole, bacino, anche, spalle e femori. Al mare, invece, registriamo lesioni ai legamenti” messi a dura prova “da beach volley, padel e in generale da tutti gli sport da spiaggia praticati senza prestare la giusta attenzione”. Così all’Adnkronos Salute Alberto Momoli, presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), fa il punto sulle fratture e lesioni più comuni alle quali vanno incontro gli italiani durante le vacanze appena trascorse.
“Nei Centri di Traumatologia abbiamo riscontrato tante fratture per cadute da mountain bike sui percorsi in montagna o pedemontani e in cordate. Difficile dare dei numeri perché dati nazionali ancora non ne abbiamo – spiega Momoli – tuttavia notiamo un aumento di questi incidenti, spesso invalidanti, perché molti più italiani hanno scelto come meta estiva la montagna. A farne le spese caviglie, gambe, ginocchia, omero, femore, colonna vertebrale oltre a bacino, spalle e clavicole”. Tra le cause, secondo l’esperto “la mancanza di un’adeguata preparazione, anche da parte di tanti adulti che si mettono in fila per partecipare alle cordate ma spesso sono vittime di incidenti di alpinismo”.
Al mare, per i vacanzieri, non va meglio. Anzi. “Molte lesioni che riscontriamo interessano legamenti (lesioni multi-legamentose) e tendini di caviglie e ginocchia, tutte causate – sottolinea Momoli – da sport quali beach volley, tennis e padel. Le persone tendono a strafare, a giocare in orari non consoni, sotto il sole e con temperature elevate” ignorando il fatto che con il “caldo c’è un maggior affaticamento a livello muscolare, si è cioè più deboli a causa della perdita di sali minerali”.
I soggetti più a rischio “sono gli over 60, io li chiamo gli ‘evergreen’: si sentono in piena forma e più giovani”, dimostrano sì meno anni, “ma vanno comunque incontro a questo tipo di infortuni ai quali noi ortopedici e traumatologi dobbiamo far fronte con l’attività chirurgica e la riabilitazione” conclude.