(Adnkronos) – Poche malattie hanno le ricadute sociali del tumore. L’impatto psicologico non è solo su pazienti e famiglie, ma su un’intera comunità. Un vero e proprio incubo dei nostri tempi che dovremmo soprattutto conoscere di più, partendo dai numeri. Ad illustrarli Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione intitolata al padre Umberto, in un’intervista a ‘La Ragione – leAli alla libertà’.
“Il tumore più frequente in Italia resta quello della mammella, con 55.000 nuovi casi all’anno. Dato particolarmente significativo perché interessa solo le donne, quindi metà della popolazione. Fortunatamente la mortalità è calata del 7% nell’ultimo lustro, con un -1% costante ogni 12 mesi da alcuni anni. Il secondo è quello del colon retto, 44.000 casi, il terzo quello al polmone con oltre 40.000 casi. Un aspetto interessante – sottolinea il professore – è che negli ultimi 6 anni si è assistito a un calo complessivo della mortalità del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne. Si tratta di migliaia e migliaia di persone morte in meno ed è interessante vedere quali tumori sono diminuiti: quelli dove si può fare prevenzione, di cui si conosce la causa.”
Nonostante tutto, resistono atteggiamenti incomprensibili. Il fumo, sopra ogni altra cosa e con una sorpresa: “Da anni – fa notare Paolo Veronesi – gli uomini hanno invertito la tendenza al fumo, con una diminuzione della mortalità per tumore al polmone di oltre il 15%. Paradossalmente, sta aumentando la mortalità femminile e questo è dovuto all’uso della sigaretta cominciato più tardi fra le donne, che ora stanno smettendo molto meno degli uomini”. Fondazione Umberto Veronesi da anni promuove la prevenzione nelle scuole: “il problema – si infervora il prof. Veronesi – è che i danni del fumo si vedono dopo 30/40 anni e questo è difficile farlo capire ai giovani. Dovremmo puntare su trend e mode. La sola paura non è vincente in questo senso. Per la battaglia al fumo lavoriamo da tempo anche con le Istituzioni e stiamo portando avanti la Petizione al Parlamento, presentata nel 2021, per l’aumento delle accise su sigarette, tabacco sciolto e riscaldato al fine di disincentivarne l’uso”.
La Fondazione Veronesi è un grande esempio anche per il virtuoso meccanismo di sostegno alla ricerca che ha saputo innescare, con una rete di imprese e finanziatori del lavoro di centinaia di scienziati, che sono anche ambasciatori: “come Fondazione Umberto Veronesi, i nostri ricercatori sono tenuti ad andare nelle scuole a raccontare quello che fanno per la ricerca, per invogliare i ragazzi a seguire l’esempio. La ricerca è una strada difficile, ma se si ha passione per la scienza è bellissima. Ti rende soddisfatto del tuo lavoro al di là dei soldi. In questi anni – ricorda il professore – ci sono stati grandi sviluppi della ricerca in campo oncologico, senza paragoni negli anni precedenti. Sono nate terapie innovative impensabili fino ad alcuni anni fa, grazie agli investimenti in ricerca”. “Investimenti – passaggio da leggere con attenzione nel ragionamento di Paolo Veronesi – che provengono maggiormente da chi ne trae un ritorno economico, come le case farmaceutiche.”
Nell’edizione 2022 della cerimonia dedicata ai finanziamenti alla ricerca di Fondazione Umberto Veronesi, i tre premi principali sono andati ad altrettante ricercatrici: “come detto, chi fa ricerca lo fa per passione. Le donne hanno, a mio avviso, una particolare inclinazione alla ricerca. Sono più metodiche, determinate, perseveranti. Sono più portate, insomma, infatti ce ne sono di più rispetto agli uomini”.