(Adnkronos) – Le allergie alle creme solari nei bambini “sono eventi rari”, mentre il “vero pericolo sono le scottature: 5 episodi sotto i 20 anni aumentano fino all’80% la possibilità di sviluppare melanoma o altri tumori della pelle”. Per questo “i filtri solari vanno sempre usati” per i piccoli, scegliendoli con “la necessaria attenzione”. Lo spiega la Società italiana di immunologia e allergologia pediatrica (Siaip) in merito alle recenti alle segnalazioni, negli Usa, di possibili problemi dermatologici nei bambini dopo l’uso di prodotti con filtri solari.
L’American Academy of Pediatrics, infatti, ha consigliato, alcune settimane fa, prudenza per l’utilizzo di alcuni tipi di creme solari tra le più diffuse perché una sostanza contenuta in molti marchi di prodotti, l’ ossibenzone è stata segnalata come pericolosa da due autorevoli enti scientifici americani, l’Environmental Working Group (Ewg) e la Food and Drug Administration (Fda). “Gli studi all’origine di questo allarme sono certamente seri – afferma Michele Miraglia Del Giudice, presidente della Siaip -. Tuttavia va detto che l’ossibenzone, che può essere indicato sulle etichette anche come oxybenzone, benzofenone-3 o BP-3, in Italia non è presente in tutte le creme solari ma solo nel 20%. È quindi abbastanza facile per i genitori evitarlo leggendo l’etichetta sulle confezioni”.
Per l’esperto “è molto pericoloso che si diffonda nel pubblico un atteggiamento di scetticismo se non di sospetto verso tutti i filtri solari. Questi devono usati, sempre e con attenzione, perché le scottature solari durante l’infanzia o l’adolescenza possono aumentare le probabilità di sviluppare il melanoma negli anni a venire, nella vita adulta. Questo è il vero rischio”.
Miraglia Del Giudice evidenzia che, ovviamente , le creme solari, “anche tolte quelle con ossibenzone facili da individuare e evitare, qualche problema possono sempre darlo: irritazioni, dermatiti da contatto, allergie cutanee provocate da alcuni loro componenti come l’acido para-amminobenzoico (Paba), l’octocrylene, i salicilati, pur non frequentissime sono sempre possibili. Addirittura si verificano a volte dermatiti da contatto fotoallergiche, causate da un allergene prodotto a partire dal filtro chimico dopo la sua esposizione ai raggi solari”.
Le creme solari si distinguono in due grandi gruppi, fisiche o chimiche, spiega Elisabetta D’Addio dell’Università Luigi Vanvitelli di Napoli. “Le prime, a base di ossido di zinco e biossido di titanio, difficilmente causano irritazioni o ipersensibilità cutanea. Nelle seconde queste possono essere presenti sostanze come i benzofenoni, l’acido para-amminobenzoico, l’octotrylene e altri” che possono irritare.
“Tuttavia i possibili effetti avversi delle creme solari nei bambini sono tutti curabili, affrontabili e soprattutto rari”, chiarisce Miraglia Del Giudice. ” Se si vuole ridurre la possibilità che si verifichino, consiglio l’uso di prodotti con ingredienti a base minerale come l’ossido di zinco, leggeri ed idrorepellenti, particolarmente indicati in caso di dermatite atopica, in quanto proteggono e riparano la barriera cutanea”