(Adnkronos) – Il mondo della medicina si evolve in continuazione, offrendo soluzioni sempre più efficaci per molte patologie. Un chiaro esempio è rappresentato dalla psoriasi, le cui possibilità terapeutiche si sono notevolmente ampliate negli anni, offrendo ai pazienti una migliore gestione della patologia, una malattia cronica, che non può essere del tutto eliminata. Grazie ai costanti progressi, però, la sua gestione clinica permette di tenere sotto controllo i sintomi, alleviando le problematiche fisiche e psicologiche e modificando il decorso della patologia. E’ quanto riporta un articolo pubblicato su Alleati per la Salute (www.alleatiperlasalute.it), il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.
Esistono oggi diverse modalità di trattamento – si legge nell’articolo – prescritte a seconda del livello di gravità con cui si manifesta la psoriasi: terapie topiche, che rappresentano il primo tipo di trattamento che si è reso disponibile. I farmaci ad azione locale possono essere ancora oggi una scelta diffusa per la gestione della psoriasi lieve-moderata, che interessa circa il 90% dei pazienti, e prevedono diverse formulazioni: crema, pomata, unguento, gel, lozione e mousse; la fototerapia, che implica l’esposizione a fonti di luce ultravioletta e viene utilizzata in caso di psoriasi di media gravità. Esistono diverse forme di fototerapia, a Uva, Uvb e con laser a eccimeri, che vengono scelte a seconda della percentuale di superficie corporea affetta da psoriasi; farmaci sistemici tradizionali: la psoriasi è una malattia sistemica e può quindi coinvolgere diverse aree dell’organismo, come le articolazioni. I progressi della ricerca e della comprensione della natura sistemica della psoriasi hanno aperto la strada negli ultimi decenni a questa tipologia di trattamento, valutata come possibilità terapeutica dai medici in relazione a forme di psoriasi moderata-severa. Infine, le terapie biologiche e biosimilari, farmaci di nuova generazione che vengono sintetizzati attraverso sofisticate procedure di biologia molecolare e sono solitamente presi in considerazione dai medici in caso di psoriasi moderata severa.
Alla luce delle possibilità terapeutiche in continuo aggiornamento – riferisce l’articolo – diventa utile per un paziente non soddisfatto della propria condizione, che ha ricevuto tempo fa una diagnosi di psoriasi, recarsi nuovamente dal dermatologo per effettuare una rivalutazione. In caso di necessità, sono disponibili sul territorio centri specialistici dove verranno presi attentamente in considerazione i diversi sintomi, come rossore, placche squamose, lesioni cutanee, prurito, bruciore, infiammazione e dolore, e le aree del corpo maggiormente colpite, l’estensione delle placche, le eventuali comorbidità nonché l’impatto della patologia sulla qualità di vita.
Una diagnosi precisa e la definizione della terapia più adeguata al livello di gravità è fondamentale per evitare un peggioramento della patologia, che può causare conseguenze in diversi ambiti, come la comparsa di artrite psoriasica, presente nel 30% dei pazienti con psoriasi, di malattie cardiovascolari, obesità, diabete, dislipidemia, sindrome metabolica e depressione. La rivalutazione della psoriasi e un suo attento monitoraggio nel tempo possono portare a un aggiornamento della cura in corso, in modo da renderla più efficace e tollerabile, elevando aderenza terapeutica e qualità di vita.
L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/salute-20/psoriasi-perche-e-importante-rivalutarla-distanza-di-tempo.