(Adnkronos) – Molti pazienti con emicrania riferiscono un dolore occipitale durante gli attacchi e molti soggetti affetti da emicrania hanno disfunzioni muscoloscheletriche in regione cervico-occipitale. La ricerca che ha indagato una relazione tra disfunzione muscoloscheletriche ed emicrania occipitale è stata premiata nel corso del Congresso della Società italiana per lo studio delle cefalee (Sisc) a L’Aquila. A ricevere il riconoscimento è stato Luciano D’Ambrosio per la sua comunicazione orale, fra le tre migliori dell’evento, in rappresentanza del Centro cefalee dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia), che vede tra gli autori Armando Perrotta e Anna Ambrosini, responsabile del centro e segretaria Sisc. Il premio assume particolare rilevanza – si legge in una nota – in relazione al fatto che la Sisc è la più importante società scientifica italiana nell’ambito delle cefalee ed è caratterizzata da una marcata multidisciplinarietà, visto che raccoglie specialisti e operatori sanitari di ogni ambito.
Nello studio – che apre a nuove potenziali tecniche diagnostiche e terapie – l’attenzione è stata focalizzata sulla possibile relazione tra la localizzazione della cefalea emicranica in regione occipitale, l’area situata nella parte posteriore del cranio e la presenza di disfunzioni muscoloscheletriche nelle regioni contigue. Per disfunzioni muscoloscheletriche si intendono quei disturbi legati a muscoli, ossa, tendini, legamenti e altre parti del sistema muscoloscheletrico, e si manifestano spesso con dolore, rigidità o limitazione dei movimenti. Partendo dall’osservazione clinica, il team ha cercato di determinare se esistesse una correlazione tra questa specifica localizzazione del dolore e le disfunzioni muscoloscheletriche nella stessa zona.
Utilizzando un campione di 141 soggetti e una serie di test clinici standardizzati, è stata rilevata una maggiore prevalenza di disfunzioni muscoloscheletriche tra i pazienti che descrivono un dolore a localizzazione prevalentemente occipitale, possibile espressione di una sensitizzazione nel circuito funzionale e anatomico che connette le radici cervicali superiori e il nucleo del nervo trigemino, il cosiddetto complesso trigemino-cervicale. Questa scoperta – conclude la nota – potrebbe avere implicazioni significative, influenzando le future strategie diagnostiche e terapeutiche.