(Adnkronos) – Il rientro dalle vacanze? Può diventare un momento strategico per concretizzare i buoni propositi di benessere e ripartire con la prevenzione prima di rituffarsi nella vita di tutti i giorni. Quali controlli fare? Per gli esperti “sarebbe indicato uno screening cardiologico e una visita dermatologica per verificare eventuali danni provocati dagli stress stagionali. Sarebbe anche importante effettuare una visita ginecologica per escludere la presenza di infezioni che possono essere state contratte nel periodo estivo. Fondamentale è anche lo screening delle patologie sessualmente trasmissibili”. E poi c’è il capitolo importante della prevenzione oncologica, evidenzia Armando Bartolazzi, referente della Sezione istologia di Artemisia Lab, dirigente dell’Unità di istologia e anatomia patologica all’ospedale universitario Sant’Andrea e delegato Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori) per i rapporti internazionali.
“Con la ripresa lavorativa – spiega – è richiesta a tutti noi una seria riflessione sull’importanza della prevenzione oncologica, drammaticamente trascurata in questi ultimi anni a causa della pandemia da Covid-19. Per questo fine, che ha una rilevanza sociale molto importante, il dualismo pubblico-privato deve essere decisamente superato, e le liste di attesa per la prevenzione oncologica secondaria devono essere definitivamente abbattute. Tutto questo è in linea con quanto stabilito dalla Commissione Europea che ha presentato già da alcuni anni lo Europe’s Beating Cancer Plan, un progetto mirato a rilanciare la prevenzione oncologica negli Stati Membri”.
Le principali Società scientifiche, ricorda Bartolazzi, “hanno calcolato che, in piena pandemia, le nuove diagnosi di neoplasia si sono ridotte dell’11% rispetto al 2019, i nuovi trattamenti farmacologici del 13%, gli interventi chirurgici del 18%. Gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di 2 milioni e mezzo di esami. Questi ritardi devono essere sanati al più presto con l’impegno di tutti, anche degli stessi pazienti”. La diagnosi precoce del tumore, incalza lo specialista, “resta l’unica reale possibilità non solo per favorire guarigioni certe, ma anche per evitare l’implosione un sistema sanitario nazionale universalistico che tutti ci invidiano ma che oramai non è più sostenibile per la montante richiesta di prestazioni sanitarie troppo onerose”.
Per questo, sottolinea Bartolazzi, “è necessario mettere in atto con urgenza azioni mirate al raggiungimento di una diagnosi oncologica più precoce possibile che coinvolga tutte le strutture sanitarie più virtuose presenti nel territorio, sia pubbliche che private, al fine di ottenere una decisa riduzione delle liste di attesa e di conseguenza degli immensi costi economici e sociali che si affacciano all’orizzonte. E’ giunto il momento che pubblico e privato cooperino in maniera virtuosa e non competitiva: tale approccio dovrebbe essere considerato una vera e propria ‘missione sociale’ per salvaguardare il Ssn e la salute e qualità di vita dei cittadini che non possono sempre attendere”.
Nel territorio laziale, assicura Mariastella Giorlandino, amministratore di Reti Artemisia Lab e presidente della Fondazione Artemisia, “la Rete Artemisia Lab è pronta e operativa”, con un “team multidisciplinare di specialisti, mettendo a disposizione dei pazienti il monitoraggio clinico globale, accompagnando l’assistito per tutto il percorso diagnostico fino al follow-up”.