(Adnkronos) – “La donna dimostra una maggior ‘compliance’ dell’uomo. Quando viene diagnosticata la Bpco a una paziente, infatti, questa generalmente segue di più le prescrizioni del medico”. Così Gadi Schoenheit, vice presidente di Doxa Pharma, a margine della conferenza stampa organizzata a Milano da Gsk, commenta il risultato dell’indagine condotta dall’istituto di ricerca su 100 pneumologi, che evidenzia come il 39% delle donne con broncopneumopatia cronica ostruttiva rispetti le prescrizioni del medico, contro il 21% degli uomini.
Dalla survey emerge inoltre “una maggiore sensibilità della popolazione italiana – sottolinea Schoenheit – non solo rispetto alla Bpco, ma a qualunque sintomo di natura respiratoria. Se si avverte un problema respiratorio, e questo non si risolve rapidamente, si va dallo specialista”. Si tratta di un “elemento interessante dal punto di vista sociologico – osserva l’esperto – perché questa differenza non era emersa prima dell’emergenza Covid”, confrontando i dati con una ricerca simile fatta in precedenza.
“Ciò rappresenta una enorme difficoltà nel percorso del paziente – riflette il presidente Doxa Pharma – e porta in campo un problema che non riguarda solo la Bpco: l’assenza di relazione tra specialista e medico di famiglia, tra ospedale e medicina del territorio. L’indagine mostra che, su 100 pazienti con Bpco visitati nell’ultimo mese, 40 sono pazienti nuovi. Questo dato è da attribuire anche al fatto che queste persone durante l’emergenza Covid non potevano o non volevano andare a farsi visitare e quindi sono state diagnosticate solo adesso. Nonostante possa sembrare un bene – precisa Schoenheit – bisogna considerare che ciò porta via spazio al paziente in follow-up, perché lo pneumologo non ha abbastanza tempo. Ne consegue che il follow-up è diventato più complesso”.