(Adnkronos) – “La sanità italiana va avanti grazie al lavoro di medici e infermieri senza i quali si ferma tutto. Anche la telemedicina è a rischio se non si investe sul personale sanitario: faccio notare che, dietro l’assistenza tramite dispositivi connessi, monitoraggio dei pazienti da remoto e robotica, ci sono medici, infermieri, personale specializzato. Per questo occorre investire nuovamente sul capitale umano, oltre che nelle strutture. Solo così potremo avere una riforma dell’assistenza territoriale degna di questo nome”. Così Antonio Magi, segretario generale del sindacato degli specialisti ambulatoriali Sumai-Assoprof, a margine della presentazione delle ultime analisi e proposte dell”Osservatorio permanente assistenza pazienti Non-Covid. Focus su cronicità’, illustrate nel corso di un incontro con i rappresentanti della politica nazionale e i principali stakeholder del Servizio sanitario nazionale, realizzato con il contributo non condizionato di Ucb, Bristol Myers Squibb, Gruppo Menarini, Sanofi e Beigene.
“Purtroppo – sottolinea – in questi anni non abbiamo potuto mantenere il normale turnover dei medici nel Ssn per scarsa capacità di calcolare il vero fabbisogno di medici e per i tagli trasversali sul personale. Risultato? L’età media dei medici e infermieri italiani è 58 anni. A breve avremo bolla pensionistica che fa paura: non solo molti andranno in pensione, ma il nostro Ssn è sempre meno attrattivo per i medici e per gli infermieri, i quali non a caso preferiscono dimettersi o andare a lavorare all’estero”.
Da qui “la necessità di cambiare rotta – ammonisce Magi – O noi cerchiamo di rendere nuovamente attrattivo il nostro Ssn, o a breve avremo strutture vuote, macchinari fermi perché non ci sarà chi potrà farli funzionare”.