(Adnkronos) – “La medicina digitale è una realtà sempre più affermata e, fra successi e criticità, sono diverse le attuali applicazioni e i possibili sviluppi per il futuro”. Ne è convinto Eugenio Santoro, ricercatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, che in un’intervista ad Alleati per la Salute (www.alleatiperlasalute.it), il portale di informazione medico-scientifica realizzato da Novartis, fa il punto su presente e futuro di questo strumento innovativo.
Gli strumenti della medicina digitale, sostiene Santoro, “al contrario di quelli della digital health, sono pienamente inseriti in un contesto assistenziale, attraverso applicazioni di diverso tipo. Alcuni di essi sono dotati di sensori utili per il monitoraggio di patologie a distanza, che vengono usati a casa direttamente dal paziente. Inoltre, sono stati realizzati dispositivi per il digital drug support, ovvero a supporto della terapia farmacologica, che hanno l’obiettivo di favorire l’aderenza terapeutica. A questo ambito appartengono strumenti base, come le applicazioni che ricordano l’orario di assunzione delle terapie, insieme a tecnologie estremamente più sofisticate, come le cosiddette pillole intelligenti, che permettono un rilascio controllato e diluito nel tempo dei farmaci. Altri ancora permettono di identificare episodi di fibrillazione atriale o di epilessia, come gli orologi e i braccialetti intelligenti certificati dalla Fda”.
A fianco a tanti fattori positivi, però, “non mancano le criticità – spiega l’esperto – che riguardano, tra l’altro, le difficoltà da parte di chi sviluppa questi strumenti a sottoporli a validazione scientifica, o addirittura l’inconsapevolezza da parte loro della necessità di farlo. Questo elemento rende molto complesso fornire le prove necessarie relative a sicurezza ed efficacia dei dispositivi e rallenta il loro inserimento all’interno dei percorsi di cura, a livello sia di prescrizione che di rimborsabilità”.
“Un altro problema – aggiunge Santoro – riguarda la carenza di regolamentazione per gli strumenti, soprattutto per quelli molto più avanzati dal punto di vista tecnologico”. A questo proposito, il ricercatore ricorda che “a maggio 2022 è entrata in vigore una nuova regolamentazione sui dispositivi medici, che richiede che vengano fornite più prove di sicurezza e di efficacia clinica provenienti da sperimentazioni cliniche”.
“Si tratta di un passo avanti importante – sottolinea Santoro – ma occorre fare di più, soprattutto in Italia, per quanto riguarda la normativa che renda semplice prescrivere e rimborsare quelle soluzioni, che si possono inserire nei Pdta (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) per le quali le prove di sicurezza ed efficacia sono sufficientemente solide. C’è infine il problema delle competenze digitali in ambito sanitario. La formazione di medici e pazienti sulla medicina digitale aiuterebbe a crearle o ad accrescerle”.
L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/alla-scoperta-di/presente-e-futuro-della-medicina-digitale.