(Adnkronos) – “Le vaccinazioni contro i virus a tropismo respiratorio sono fondamentali ed essenziali nelle persone che soffrono di patologie respiratorie croniche”, ma “sarebbe auspicabile e importante”, anche in chi ha “malattie croniche” e, “comunque, nella popolazione generale. Noi siamo normalmente a contatto con il virus dell’influenza, il rinovirus del raffreddore e, da un po’ di anni, con il coronavirus. Ora abbiamo a che fare, in modo preponderante, anche col virus respiratorio sinciziale (Rsv) che è da sempre presente, ma che non era mai stato considerato in modo adeguato”. Così Pierachille Santus, professore di Malattie respiratorie, Università degli studi di Milano e direttore Uoc ospedale Luigi Sacco (Milano), a margine del Congresso internazionale della European Respiratory Society (Ers) 2023 in corso nel capoluogo lombardo fino al 13 settembre.
“Il virus respiratorio sinciziale – spiega Santus – interessa sia la popolazione infantile che la popolazione adulta ed è in grado di dare delle affezioni dell’apparato respiratorio che riguardano sia le alte che le basse vie respiratorie. La possibilità di avere a disposizione un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale – continua – risulta oggi importantissima, soprattutto in alcune categorie di pazienti. Gli studi fatti al riguardo interessano principalmente le persone anziane”, ma ci sono dati anche nei “soggetti affetti da patologie croniche con una o più comorbidità, i quali – ricorda l’esperto – sono più suscettibili a sviluppare delle affezioni delle basse e delle alte vie respiratorie. Il vaccino contro l’Rsv è in grado di avere un’efficacia spiccata che va dall’85 al 95%, nel prevenire le affezioni delle alte e delle basse vie respiratorie”.
Recentemente, anche all’ospedale Sacco, è stata fatta una valutazione “sull’impatto epidemiologico dell’infezione da virus respiratorio sinciziale – osserva Santus – nella popolazione adulta e la prevalenza delle infezioni da Rsv, che è più o meno sovrapponibile a quella da virus influenzale. L’aspetto importante è che fattori di rischio per l’infezione sono: il fumo, sia attivo che pregresso; le patologie croniche, in modo particolare le patologie respiratorie croniche e lo scompenso cardiocircolatorio e l’utilizzo di terapie immunosoppressive”.
Fattori che invece causano una patologia più grave – con la necessità di ricovero in terapia intensiva, utilizzo di ventilazione meccanica e di supporti terapeutici intensivi – sempre in questi soggetti, “sono rappresentati dalla storia di fumo – dettaglia l’esperto – dal fatto di avere una glicemia elevata e dei globuli bianchi elevati nel momento in cui vengono valutati. La possibilità di avere a disposizione la vaccinazione per il virus respiratorio sinciziale, soprattutto in persone con questi fattori di rischio – conclude Santus – permetterebbe di svolgere un’attività di prevenzione estremamente importante per i pazienti e per il sistema sanitario”.