(Adnkronos) – Un recente studio ha preso in esame un fenomeno che interessa un elevato numero di persone con sclerosi multipla, ovvero la progressione della malattia che avviene indipendentemente dall’attività recidivante (Pira, Progression independent of relapse activity) e che risulta essere connessa a esiti peggiori. I risultati hanno portato a ipotizzare la necessità di una riclassificazione dei pazienti con Sm recidivante-remittente. È quanto riporta un articolo pubblicato su Alleati per la Salute (www.alleatiperlasalute.it) il portale di informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.
Pira, o ‘progressione silenziosa’ – si legge nell’articolo – è un nuovo indicatore che viene utilizzato per misurare l’incremento di disabilità non correlato alle ricadute nella sclerosi multipla recidivante, che può verificarsi in ogni momento del decorso della malattia. Un gruppo di ricercatori dell’Università autonoma di Barcellona, coordinati da Carmen Tur, ha svolto uno studio su 1.128 pazienti che avevano subito un primo attacco demielinizzante di sclerosi multipla tra il 1994 e il 2020. Tra questi soggetti, il 25% ha sviluppato o uno o più eventi di Pira, in media dopo 7,2 anni dall’attacco.
Dallo studio, pubblicato su Jama Neurology, emerge che il manifestarsi di almeno un evento di Pira si collega a prognosi a lungo termine più sfavorevole e che questo legame è più stretto se l’evento avviene entro i primi 5 anni di malattia. In questi casi, infatti, il rischio di arrivare a un elevato livello di disabilità è 26 volte maggiore in confronto ai pazienti che hanno presentato un evento Pira più tardi. Gli esiti dello studio hanno spinto i ricercatori a ipotizzare la necessità di una riclassificazione della malattia e a considerare, quindi, i pazienti con Sm recidivante-remittente come pazienti con sclerosi multipla progressiva, indipendentemente dal loro punteggio di disabilità o dalla durata di malattia. L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/salute-20/sclerosi-multipla-progressione-indipendente-dallattivita-recidivante-e-riclassificazione-della