(Adnkronos) –
Promuovere il benessere e l’inclusione sociale delle persone con atrofia muscolare spinale (Sma) attraverso lo sport. È questo l’obiettivo di ‘SMAnia di sport’, iniziativa al via lo scorso 26 maggio con tappa al Sermig di Torino. L’incontro – organizzato da Biogen, in collaborazione con gli esperti di malattie neuromuscolari della Città della Salute e della Scienza di Torino, con il patrocinio delle Associazioni dei pazienti, Asamsi, Famiglie Sma, Uildm, e del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino e della Consulta malattie neuromuscolari Piemonte e Val D’Aosta – si è rivolto a tutte le persone con Sma appassionate di sport o interessate a scoprire nuove discipline da praticare e ai loro familiari. Tra i partecipanti, alcuni esponenti del Comitato paralimpico italiano, che hanno condiviso una testimonianza sul valore dello sport come strumento fondamentale di inclusione sociale per le persone con ogni tipo di disabilità, a partire da quelle motorie.
L’idea di fondo che ha ispirato Biogen, azienda leader nelle neuroscienze – si legge in una nota – a trattare il tema dello sport nell’ambito delle malattie neuromuscolari, nasce dal fatto che l’attività fisica è molto più che una semplice pratica per mantenersi in salute ma è anche espressione dell’individualità, un modo di affermare ed esplorare le proprie capacità e, di conseguenza, un importante strumento di inclusione sociale.
“Sono numerosi gli studi che, negli ultimi anni, hanno analizzato i benefici dell’allenamento costante e dell’attività fisica per il miglioramento o il mantenimento delle capacità motorie nelle persone con malattie neuromuscolari come la Sma – afferma Tiziana Mongini, responsabile Centro Malattie neuromuscolari Aou Città della Salute e della Scienza di Torino – In generale, sono sempre consigliati nuoto o altre attività in acqua, allenamento in bicicletta a bassa resistenza, mentre è opportuno evitare sport di contatto o che includano l’utilizzo di pesistica o di macchine per il fitness. Raccomandiamo, invece, gli sport con ausili, come l’hockey o il calcio in carrozzina o anche gli e-sports, soprattutto le attività ibride tramite interfacce virtuali”.
Per quanto riguarda gli adulti con Sma, “ci sono sempre più evidenze che supportano l’introduzione di esercizi aerobici e, in alcune occasioni, di allenamenti ad alta intensità, pensati ‘su misura’ per le esigenze di ciascuno e da praticare sotto supervisione – sottolinea Giuseppe D’Antona, professore associato in Scienza dello sport e dell’attività fisica presso la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Pavia – Queste attività hanno dimostrato di portare benefici a livello muscolare e cardiovascolare ma, soprattutto, psicologici e sociali, garantendo maggiore consapevolezza e inclusione sociale per chi le pratica. È quindi importantissimo condividere queste informazioni con i pazienti e con i professionisti sanitari, perché sono ancora molte le persone con malattie neuromuscolari confinate in un circolo vizioso di inattività fisica”.
La Sma è una delle malattie neuromuscolari “più frequenti in età pediatrica – spiega Federica Ricci, neuropsichiatra infantile presso l’Aou Città della Salute e della Scienza – per chi è affetto da questa patologia è fondamentale cominciare al più presto a praticare attività fisica, oltre alla riabilitazione neuromotoria, come momento di gioco e di socialità. Tale pratica potrà creare le giuste premesse per far sì che l’attività sportiva diventi una buona abitudine o, ancor meglio, una passione da coltivare con costanza anche in età adulta”. Il terapista “dovrà tenere conto della fase specifica di malattia, promuovendo la deambulazione in sicurezza e, quando necessario, l’introduzione di ausili alla motricità che favoriscano l’indipendenza e assicurino al tempo stesso la corretta postura – rimarcano Enrica Rolle e Francesca Rossi, terapiste della Neuro e psicomotricità dell’età evolutiva presso l’Aou Città della Salute e della Scienza di Torino – Quando si tratta di bambini, poi, è importantissimo incoraggiarli a partecipare alle attività spontanee di gioco motorio, sia a scuola che nel tempo libero, rassicurando i genitori sui benefici che il movimento può portare anche da un punto di vista psicologico e sociale”.
“Per una corretta gestione delle patologie neurologiche – commenta Giuseppe Banfi, Amministratore delegato di Biogen Italia – è fondamentale un approccio multidisciplinare, che prenda in considerazione l’impatto che queste malattie hanno su diversi aspetti che influenzano la qualità di vita, come anche lo sport e l’attività fisica. Supportare chi convive con patologie neuromuscolari come la Sma significa ascoltare i loro bisogni ed esigenze, andando oltre le terapie, per dare risposte concrete: per questo abbiamo sviluppato un progetto che dà la possibilità di esplorare e mettere in pratica le opportunità che la pratica sportiva offre, tanto per il benessere individuale quanto per una maggiore inclusione sociale”. L’iniziativa “SMAnia di sport” si pone in continuità con “SMAnia di gusto on the road”, vero e proprio percorso a tappe organizzato da Biogen in diverse città italiane per sensibilizzare le persone con Sma e i loro familiari sull’importanza di ritrovare il gusto della condivisione e della convivialità a tavola.