(Adnkronos) – Cambia lo standard di cura del tumore al seno metastatico in seconda linea. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di trastuzumab deruxtecan, un nuovo anticorpo monoclonale farmaco-coniugato di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, che migliora la sopravvivenza libera da progressione, il tasso di risposta e la qualità della vita dei pazienti. Il trattamento – spiega una nota congiunta delle due aziende farmaceutiche – è indicato in pazienti con carcinoma mammario Her2-positivo non resecabile o metastatico, che hanno ricevuto uno o più precedenti regimi a base di anti-Her2. Approvato dalla Commissione europea a luglio 2022, la nuova terapia è stata riconosciuta dalle Linee guida della Società europea di oncologia medica (Esmo) come standard di cura in seconda linea nel tumore della mammella metastatico Her2-positivo.
In Italia vivono circa 52mila persone con tumore della mammella metastatico, un numero in costante aumento, e il 20% presenta una sovraespressione della proteina Her2. Nello studio registrativo Destiny-Breast03, che ha arruolato 524 pazienti, la sopravvivenza libera da progressione mediana è quadruplicata passando a 28,8 mesi con trastuzumab deruxtecan rispetto a 6,8 mesi con trastuzumab emtansine (T-DM1), che finora ha rappresentato lo standard di cura. Il nuovo trattamento ha dimostrato anche una riduzione del 36% del rischio di morte. Inoltre il 77,4% dei pazienti era vivo a 2 anni, rispetto al 69,9% con T-DM1.
Dell’approvazione di trastuzumab deruxtecan e delle nuove prospettive di trattamento del tumore del seno metastatico si è discusso oggi in conferenza stampa a Milano. “Nel 2022 in Italia sono stati stimati circa 55.700 nuovi casi di tumore della mammella, la neoplasia più frequente in tutta la popolazione – afferma Saverio Cinieri, presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) – La malattia può ripresentarsi nella forma metastatica anche dopo molti anni dall’intervento chirurgico e dalla fine delle terapie post-operatorie. Inoltre vi è una percentuale di pazienti, pari al 7%, in cui il tumore si presenta metastatico già al momento della diagnosi”. Le terapie mirate come gli anti Her2 hanno aumentato le prospettive di vita, ma “con la rimborsabilità di trastuzumab deruxtecan da parte di Aifa – sottolinea Cinieri – si ottiene un ulteriore importante avanzamento nell’efficacia delle cure”.
“Trastuzumab deruxtecan – illustra Giuseppe Curigliano, professore ordinario di Oncologia medica all’Università Statale di Milano e direttore Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative all’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano – è un farmaco di tipo ADC (Antibody-Drug Conjugate), che combina un anticorpo monoclonale, trastuzumab, con un agente citotossico, deruxtecan, per trattare specifici tipi di neoplasia. Il suo meccanismo d’azione si basa su tre componenti chiave: l’anticorpo monoclonale trastuzumab, progettato per legarsi specificamente alla proteina Her2; il linker che collega l’anticorpo monoclonale all’agente citotossico e quest’ultimo, cioè deruxtecan, che interferisce con il processo di divisione cellulare. Trastuzumab deruxtecan è altamente selettivo per le cellule tumorali, riducendo al minimo i danni alle cellule sane circostanti e aumentando l’efficacia del trattamento nei pazienti con tumore Her2-positivo”.
Nello studio Destiny-Breast03 – dettaglia la nota – il beneficio in termini di sopravvivenza è risultato consistente in tutti i sottogruppi analizzati. Il tasso di risposta obiettiva confermato ha raggiunto quasi l’80% con trastuzumab deruxtecan, rispetto al 35% nel braccio T-DM1, con una durata mediana della risposta di 36,6 mesi rispetto a 23,8 mesi. La superiorità si è rilevata anche nella migliore qualità di vita, grazie al miglior controllo della malattia e dei sintomi.
“L’introduzione di trastuzumab deruxtecan nella pratica clinica quotidiana risponde a un’importante esigenza dei pazienti con malattia metastatica, cioè disporre di una terapia con un’efficacia elevata, da somministrare per un lungo periodo, e con risultati mai visti finora – rimarca Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore Clinica di Oncologia medica dell’Irccs Policlinico San Martino, Università di Genova – A differenza dei casi con diagnosi in fase iniziale, vi sono ancora difficoltà a monitorare l’accesso delle pazienti con malattia metastatica alle Breast Unit. Pertanto è fondamentale la collaborazione delle associazioni”.
Come osserva Anna Maria Mancuso, presidente Salute donna onlus, “oggi, grazie all’innovazione terapeutica, le pazienti stanno assistendo e vivendo una vera e propria rivoluzione del loro percorso di cura. Per questo dobbiamo continuare a promuovere una cultura che permetta sempre di più di guardare alla vita oltre alla malattia metastatica, concentrandoci sulla persona e non solo sulla patologia”. Oltre ai percorsi specifici all’interno delle Breast Unit, “dove deve essere presente un team multidisciplinare e deve essere facilitato l’accesso agli esami per i frequenti controlli diagnostici – aggiunge Rosanna D’Antona, presidente Europa donna Italia – è importante garantire l’accesso rapido ai farmaci innovativi, l’informazione sugli studi clinici, l’assistenza dello psico-oncologo e l’accertamento dell’invalidità civile in tempi brevi”.
Quando la posta in gioco “è la vita delle persone – dichiara Mauro Vitali, Head of Oncology di Daiichi Sankyo Italia – la rapidità diventa un fattore cruciale e il gioco di squadra può fare la differenza. Grazie alla partnership che abbiamo avviato nel 2019 con AstraZeneca, questo anticorpo farmaco coniugato basato sulla tecnologia d’avanguardia DXd brevettata da Daiichi Sankyo ha visto un’accelerazione decisiva in termini di sviluppo e diffusione in tutto il mondo, ottenendo numerose designazioni di terapia innovativa e raggiungendo già nuovi segmenti di pazienti con elevati bisogni di cura insoddisfatti”. Per Alessandra Dorigo, Head of Oncology di AstraZeneca Italia, “questi risultati sono il frutto della sinergia tra la competenza medico-scientifica e tecnologica di Daiichi Sankyo e la grande esperienza in oncologia e le risorse globali di AstraZeneca. L’obiettivo di cronicizzare il cancro è sempre più concreto e questa approvazione di Aifa, che cambia il paradigma terapeutico, è solo il primo passo”. Le aziende hanno in sviluppo 22 studi clinici.