(Adnkronos) – Si chiamano cellule ‘Tis’ e sono nel mirino degli scienziati per il valore strategico che rappresentano per il cancro. Si tratta di cellule tumorali trattate (therapy-induced senescent’) che mostrano resistenza alle terapie convenzionali e poi aprono la strada al ritorno della malattia. ‘Baluardi’ difficili da smantellare. Un team di scienziati sull’asse Italia-Usa ha indagato sui meccanismi biologici che si nascondono dietro alla loro formazione. I risultati del loro lavoro sono pubblicati su ‘Science Advances’ e aggiungono un tassello alla comprensione della biologia del cancro. Un lavoro di ricostruzione importante per aprire la strada a futuri progressi nelle terapie.
Per lo studio, frutto della collaborazione tra ricercatori del Politecnico di Milano, della Johns Hopkins University di Baltimora, dell’Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano e del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), sono state utilizzate tecniche super avanzate di microscopia ottica, combinando ologrammi tridimensionali delle cellule tumorali con impulsi ultrabrevi di luce laser, della durata di appena un milionesimo di milionesimo di secondo, per identificare le biomolecole in base alle loro vibrazioni caratteristiche.
Questi strumenti hi-tech hanno permesso di esplorare sia gli aspetti chimici che morfologici delle cellule Tis nei tumori dell’uomo. Il tutto senza usare tecniche invasive, e garantendo la preservazione dello stato naturale delle cellule.
I trattamenti standard contro i tumori, come la chemioterapia e la radioterapia – spiegano dal PoliMi – rimangono i metodi principali per la cura delle neoplasie. Tuttavia, una piccola percentuale delle cellule tumorali trattate, le Tis cells, mostrano resistenza alle terapie convenzionali tramite l’induzione di quiescenza del tumore e, in ultimo, la sua recidiva. Il gruppo di ricerca è stato in grado di distinguere le principali caratteristiche di queste Tis nelle cellule tumorali dell’uomo, facendo chiarezza sulla loro manifestazione precoce. Queste proprietà includono la riorganizzazione della rete mitocondriale, la sovrapproduzione di lipidi, l’appiattimento e l’ingrandimento delle cellule. Analizzando un considerevole numero di cellule, i ricercatori hanno poi stabilito una chiara linea temporale in cui si sviluppano questi segni distintivi.
Questo risultato, osserva Arianna Bresci, primo autore dello studio e dottoranda nel Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, “è un chiaro esempio di come tecnologie di frontiera, competenze multidisciplinari e forti collaborazioni internazionali siano cruciali per rispondere alle domande biologiche più urgenti, come i primi meccanismi di reazione delle cellule tumorali alle terapie anticancro”. Le scoperte fatte “forniscono importanti intuizioni nel complesso mondo delle Tis nelle cellule tumorali umane – aggiunge Dario Polli, professore associato del Dipartimento di Fisica PoliMi e coordinatore dello studio – Nel nostro laboratorio del Politecnico di Milano abbiamo sviluppato un nuovo microscopio laser non invasivo che ci ha permesso di comprendere le fasi iniziali di questo fenomeno”.
Lo studio, concludono gli scienziati, offre spunti per il futuro aprendo nuove strade per la ricerca sul cancro. Il team immagina applicazioni più ampie nello sviluppo di trattamenti personalizzati su estratti tumorali da paziente e la possibilità di perfezionare i protocolli di screening attuali per la terapia oncologica. Le scoperte fatte, chiosano gli autori, ci avvicinano un po’ di più alla comprensione delle complessità del cancro e offrono speranza per terapie più efficaci in futuro.