(Adnkronos) – “I was only sixteen”. “Avevo solo sedici anni quando dissero che dovevo andare, e non sei mai, mai pronto per un viaggio del genere”. Si sentono così i ragazzi che vivono l’esperienza di un tumore. Catapultati in “una strana realtà, come un gioco per PlayStation, senza vite di riserva”. E invece un adolescente a 16 anni vorrebbe solo “amare ed essere libero”, “andare in bicicletta sotto la pioggia e arrivare ovunque in ritardo”, “cantare fino a diventare rauco” e “ballare fino all’alba”. Per far volare queste emozioni sulle ali delle note di una ballata poetica e struggente, una star internazionale ha prestato la sua voce ai ragazzi del Progetto Giovani dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano (Int). Teenager in cura nell’Irccs di via Venezian e autori della nuova canzone, scritta questa volta in inglese: Tony Hadley, ex frontman degli Spandau Ballet, icona del pop, la sorpresa che ha reso unico il progetto presentato oggi nel capoluogo lombardo.
“I was only sixteen è fantastica”, ha detto Hadley in un videomessaggio in cui ha ricordato tutte le persone e le realtà coinvolte nell’iniziativa. “I ragazzi l’hanno scritta, vogliamo accrescere la consapevolezza, speriamo che vi piaccia”. Il progetto musicale è frutto anche della collaborazione con nomi di spicco del panorama musicale italiano, tra cui Faso, bassista del gruppo Elio e le Storie Tese. La canzone vuole diventare un inno per tutti gli adolescenti che affrontano una malattia oncologica. In Italia sono circa 900, tra i 15 e i 19 anni, che si ammalano ogni anno. Di questi l’80% ha buone probabilità di guarigione, ma è indispensabile che i pazienti riescano a ricevere le cure giuste, nei tempi e nei luoghi corretti. Progetto Giovani punta a sensibilizzare su questo.
Con I was only sixteen i ragazzi tornano a raccontare la loro storia: da un giorno all’altro ognuno di loro ha dovuto stravolgere la propria vita e si è trovato ad affrontare un percorso difficile. “Ero seduto su una sedia di fronte ai dottori mentre parlavano della mia malattia. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era che volevo uscire e scappare”, sono le parole della canzone. Una canzone che celebra anche il coraggio e l’amicizia (“i veri amici sono come le stelle”), e comunica positività. “Ho preso tutti i vestiti dalla mia valigia”, e “l’ho riempita di forza e speranza”, raccontano i ragazzi. “Mi sono guardato allo specchio e mi sono detto: Ora tocca a te”.
“Una canzone scritta in inglese per portare i sogni di questi ragazzi ancora più lontano, a livello internazionale – spiega Andrea Ferrari, ideatore e coordinatore del Progetto Giovani – Le parole dei nostri ragazzi sono davvero un inno alla vita: I was only sixteen è la canzone di tutti gli adolescenti con tumore nel mondo”. Una canzone da oggi disponibile su tutte le piattaforme di streaming (https://bfan.link/i-was-only-sixteen), con la quale i giovani dell’Int tornano a stupire dopo il successo di ‘Palle di Natale’, hit natalizia lanciata nel 2016 e diventata virale nel giro di poco tempo.
“Gli adolescenti del Progetto Giovani sono quotidianamente fonte di ispirazione ed esempio per tutti noi – sottolinea Marco Votta, presidente dell’Int di Milano – L’Istituto dimostra ancora una volta di essere un centro di eccellenza non solo per la ricerca e le cure, ma anche per l’attenzione dedicata al malato con l’obiettivo di mantenere la loro individualità anche durante questo percorso”. Il testo della canzone deriva dal progetto ‘Tratto da una storia vera’, il podcast realizzato dai ragazzi del Progetto Giovani nel 2021, con il coordinamento di Gianfelice Facchetti e tuttora disponibile su Spotify. Una selezione di frasi scritte dai ragazzi è stata adattata da loro stessi e trasformata in una vera e propria ballata che racconta la storia di ogni ragazzo malato. Faso, Stefano Signoroni, Giacomo Ruggeri e Tommaso Ruggeri hanno composto e suonato la musica.
“La melodia è scaturita spontaneamente dalle parole, hanno una forza incredibile che ti tocca l’anima – racconta Faso – Poi, con l’aiuto di Luca Mezzadra, il fonico dello studio degli EelST, e i contributi canori di Miriam Conte, abbiamo inciso la canzone. E’ stato un privilegio partecipare a questo progetto”. E’ nato così un brano non facilissimo da cantare per i ragazzi, precisano i promotori dell’iniziativa, con le parti da solista per le quali sarebbe stato bello trovare un vero cantante che potesse interpretare nel modo migliore le loro parole. E come per molte altre storie un po’ magiche di Progetto Giovani, ecco la svolta: Tony Hadley ha prestato la sua incredibile voce, che si fonde insieme a quella dei ragazzi in coro. “Ho accettato immediatamente la proposta. Le parole di questi ragazzi – dice Hadley – mi hanno colpito nel profondo. Questo progetto è davvero unico”.
“Il nostro principale obiettivo è riuscire a curare gli adolescenti, offrendo loro infrastrutture e servizi adeguati – spiega Maura Massimino, direttore della Struttura complessa di Pediatria oncologica dell’Int – Purtroppo questo non sempre accade. Dal punto di vista clinico, infatti, gli adolescenti sono in un certo senso in una terra di mezzo, con difficoltà di accesso alle cure di eccellenza e di arruolamento negli studi clinici”. “Raccontare le storie dei nostri ragazzi – aggiunge Ferrari – è anche fondamentale per portare all’attenzione gli aspetti più complessi della cura. A parità di malattia, un adolescente ha meno probabilità di guarire di un bambino. Per migliorare questa situazione occorrono progetti dedicati, come il nostro Progetto Giovani, ma anche progettualità nazionali e internazionali che definiscano approcci condivisi e istituzionali”.
I was only sixteen è stata realizzata grazie al contributo dell’Associazione Bianca Garavaglia (Abg), che dal 1987 sostiene l’attività clinica e la ricerca del reparto. Tutto il ricavato dei download della canzone dalle piattaforme musicali digitali sarà devoluto in favore di Abg e del Progetto Giovani. E’ inoltre disponibile il video lyrics della canzone sul canale YouTube del Progetto Giovani. “Con i nostri pazienti adolescenti – dice ancora Ferrari – volevamo raccontare il loro viaggio, da quando si prepara la valigia, svuotandola dei vestiti per andare a ballare e riempiendola di speranza, coraggio, determinazione e tanti pigiami, a quando ci si trova seduti su una sedia davanti ai medici e non si riesce a pensare ad altro se non alla voglia di scappare. Senza dimenticare le notti in compagnia del ‘bip bip’ della pompa della chemioterapia”.
“C’è molta malinconia e c’è molto ospedale nel testo – osserva – ma poi c’è anche la scoperta di amici che danno un grandissimo aiuto e sanno indicare la strada giusta, come i compagni di corsia, gli amici trovati qui nel Progetto Giovani. Alla fine, ecco la voglia di andare in bici sotto la pioggia, cantare fino a non avere più voce e ballare fino all’alba”. Sono molti i progetti che sono stati sviluppati in questi anni nell’ambito del Progetto Giovani. Tra questi le canzoni ‘Palle di Natale’ e ‘Sei tu l’estate’, il progetto fotografico ‘La ricerca della felicità’, il fumetto ‘Loop, indietro non si torna’ e i video di ‘Tumorial’.