(Adnkronos) – “Molte persone ancora oggi ignorano la valenza curativa che la radioterapia ha in comune solo con la chirurgia. Spesso è temuta e considerata dannosa, pericolosa: opinioni frutto di antichi retaggi e disinformazione, che oggi non trovano giustificazione o sostegno nella pratica clinica e negli studi scientifici. Attualmente con la radioterapia di precisione abbiamo a disposizione una tecnologia che ci consente di produrre distribuzioni di dose che si adattano strettamente al bersaglio tumorale, preservando al massimo i tessuti sani adiacenti”. Così Cinzia Iotti, presidente Associazione italiana di radioterapia e oncologia clinica (Airo) e direttore Sc Radioterapia Ausl-Irccs di Reggio Emilia, in occasione del XXXIII Congresso nazionale Airo.
Oltre il 70% dei pazienti affetti da un tumore sono trattati oggi nel nostro Paese con terapie radianti. La radioterapia oncologica – si legge in una nota – non conosce battute d’arresto e galoppa letteralmente verso una innovazione tecnologica, una efficacia e una sicurezza impensabili. La radioterapia di precisione consente di modulare il trattamento sulle caratteristiche radiologiche, biologiche e genomiche del tumore; i trattamenti stereotassici hanno una elevata azione ablativa e un rischio bassissimo di effetti collaterali; le tecniche ‘adattative’ utilizzano combinazioni di Tac, risonanza magnetica e intelligenza artificiale che consentono di colpire in maniera millimetrica il bersaglio tumorale.
“Le macchine di cui disponiamo – sottolinea Iotti – erogano la dose con una precisione millimetrica e sono dotate di sistemi di verifica che conferiscono al trattamento la massima accuratezza poiché permettono di valutare e correggere, ad ogni singola seduta, eventuali spostamenti del paziente o del volume bersaglio. In alcuni casi vengono messe in campo anche metodiche grazie alle quali è possibile irradiare il tumore solo durante alcune fasi dell’atto respiratorio, con l’obiettivo di proteggere al massimo gli organi sani vicini, in primis polmone e cuore. Queste ed altre tecnologie all’avanguardia hanno conferito alla radioterapia un livello di efficacia e sicurezza non raggiungibile fino a non molti anni fa”.
Il filo conduttore dell’edizione 2023 del Congresso Airo è nel titolo ‘Radioterapia oncologica: l’evoluzione al servizio del paziente’, a sottolineare il cambiamento in atto di questa disciplina, che va assumendo sempre più un ruolo e una posizione da protagonista all’interno dei team multidisciplinari e nella presa in carico del paziente con tumore. “I due elementi chiave presenti nel titolo del Congresso Airo 2023 – evidenzia Pierluigi Bonomo, dirigente medico Sod di Radioterapia Aou Careggi di Firenze e coordinatore Comitato scientifico Airo – convergono nello stesso obiettivo: la cura ottimale del paziente con la terapia radiante da sola o in sinergia con altre terapie farmacologiche”. Questa edizione del congresso “si arricchisce di alcuni aspetti di particolare interesse – aggiunge Bonomo – come momenti di discussione sull’indice terapeutico, ossia il bilancio costo/beneficio dei trattamenti in situazioni particolarmente complesse, e come questo possa impattare sulla gestione e comunicazione. Faremo una riflessione sull’equità dell’accesso alle cure radioterapiche e ci saranno diversi incontri e scambi con le associazioni dei pazienti”.
Tra le innovazioni principali “c’è la tecnica – rimarca Marco Krengli, docente di Radioterapia Università di Padova e direttore Uoc di Radioterapia Istituto oncologico veneto Irccs di Padova, presidente eletto Airo – che noi chiamiamo ‘adattativa’, traduzione del termine inglese ‘adaptive’, che consente di adattare giorno per giorno il trattamento alla conformazione anatomica del paziente e alla posizione esatta che il tumore ha in quel momento, oltre che alla posizione esatta che hanno le strutture sane intorno, che vogliamo risparmiare. Questa tecnica è realizzata attraverso apparecchiature che combinano la Tac e la risonanza magnetica nucleare (Rmn), l’una o l’altra, all’acceleratore lineare. A questa tecnica si associa attualmente l’impiego dell’intelligenza artificiale, che consente di avere informazioni più precise e più veloci sull’anatomia interna del paziente e di ottimizzare il trattamento”.
Inoltre, “un filone che va sviluppandosi sempre di più anche in Italia è la radioterapia con particelle o ‘particle therapy’ – illustra Krengli – che consiste nell’irradiazione con i protoni o con gli ioni. Molto interessante, ma ancora in fase di ricerca preclinica e clinica, è la radioterapia ‘flash’ che consente di dare una dose molto alta in una frazione di secondo. Parlando di tumori, le novità riguardano le neoplasie in fase localmente avanzata in cui combiniamo la radioterapia di precisione con il trattamento farmacologico. Per alcuni tumori in fase iniziale, ad esempio nel polmone, usiamo la radioterapia stereotassica, nei casi a rischio per intervento chirurgico”.
Nonostante il suo ruolo insostituibile nella cura del cancro – si precisa nella nota – la radioterapia continua ad essere molto trascurata nella ‘narrazione’ oncologica. Per migliorare la percezione e lo status istituzionale della disciplina, Airo sta agendo su vari livelli.
In primis per assicurare, tra le altre cose, la presenza di radioterapisti a tutti i tavoli della programmazione oncologica, in secondo luogo coinvolgendo le associazioni dei pazienti, che giocano un importante ruolo nel percorso oncologico. A queste criticità si aggiunge il drammatico calo di vocazione dei giovani medici per questa specialità: tra le molteplici cause, non ultima, la scarsa visibilità di cui soffre la radioterapia oncologica.