(Adnkronos) – Al Congresso europeo di Chirurgia toracica (Ests), in corso a Milano fino al 6 giugno, Giuseppe Cardillo, direttore della Uoc Chirurgia Toracica dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e Rene Petersen, professore di Chirurgia Cardiotoracica all’Ospedale Rygshospitalet di Copenhagen, hanno presentato le prime linee guida europee sul trattamento chirurgico delle neoplasie polmonari a vetro smerigliato. Lo studio, frutto del lavoro del team formato da 11 ricercatori europei e da uno studioso cinese, è stato accettato sulla rivista ‘European Journal of CardioThoracic Surgery’ (Ejcts).
“Le nuove linee guida europee rappresentano una pietra miliare nel trattamento di questi noduli, il cui riscontro può essere occasionale oppure può avvenire nell’ambito dei programmi di screening del tumore polmonare – afferma Narciso Mostarda, direttore generale dell’Azienda Sanitaria San Camillo-Forlanini – siamo orgogliosi che alla guida del gruppo di esperti e in rappresentanza del nostro Paese, ci sia il professor Cardillo, a cui va tutta la stima dell’azienda per questo importante passo in avanti per la ricerca”.
“I tumori polmonari a vetro smerigliato, detti anche ‘ground glass opacities’, sono noduli del diametro massimo di 3 centimetri, che non sono completamente solidi ed hanno una componente cosiddetta ‘a vetro smerigliato’, evanescente – spiega lo studio – Per questo motivo, tali noduli sono definiti subsolidi, categoria che include sia i noduli misti, con componente sia solida che a vetro smerigliato, che i noduli puri a vetro smerigliato, senza componente solida. I noduli subsolidi sono più frequentemente tumori rispetto ai noduli solidi, però hanno una prognosi decisamente migliore, con una sopravvivenza a distanza che puo’ raggiungere il 90%-100%. In pratica individuare e trattare un nodulo subsolido equivale a salvare la vita dei nostri pazienti”.
“Gli interventi chirurgici per rimuovere i tumori polmonari in stadio precoce, come nella maggioranza dei casi dei noduli subsolidi, sono eseguiti con tecniche mini-invasive che prevedono l’utilizzo di uno o due buchi (di circa 1-2 cm di diametro) mediante tecnologie avanzate guidate dal robot o mediante toracoscopia. Queste tecniche, risparmiando al paziente un taglio di circa 15 centimetri sulla parte toracica, permettono di effettuare anche interventi complessi ed asportazioni molto limitate di polmone, salvaguardando la porzione sana dell’organo”, ricorda lo studio.
“Le linee guida europee hanno documentato che la classica lobectomia può essere sostituita in questo tipo di tumori da una segmentectomia, ovvero una resezione parziale del lobo polmonare, un intervento di gran lunga meno invalidante. Ciò consente un più rapido ritorno alle consuete abitudini del paziente in assenza o quasi di deficit respiratorio post-operatorio, pur mantenendo i principi di radicalità oncologica. I pazienti dovranno affidarsi agli specialisti dei gruppi multidisciplinari che trattano i tumori polmonari, che alla luce delle nostre linee guida, decideranno il migliore trattamento per il singolo paziente”, conclude Cardillo.