(Adnkronos) – Un’App sullo smartphone per proteggere il cuore, costruita da esperti della Rete cardiologica, che da anni operano nel settore della prevenzione cardiovascolare. E’ lo strumento cardine su cui si basa il progetto di ricerca CV-Prevital, promosso e finanziato dal ministero della Salute e realizzato attraverso il network di ricerca italiano in ambito cardiovascolare con il Centro cardiologico Monzino di Milano come capofila. Si tratta di un avanzato programma di prevenzione cardiovascolare basato sulla medicina digitale per il quale, informano i promotori, “resta aperto il reclutamento”, esteso fino a fine febbraio dell’anno prossimo.
E’ ancora dunque possibile partecipare a questa iniziativa di prevenzione, per la quale ad oggi sono stati arruolati oltre 21mila volontari, contando di arrivare nei prossimi 4 mesi a circa 30mila. Lo studio ‘Strategie di prevenzione primaria cardiovascolare nella popolazione italiana (Cv-Prevital)’ vuole dimostrare che un programma strutturato di medicina digitale, basato sull’impiego di un’App e inserito nel contesto naturale della prevenzione primaria dove operano cardiologi, medici di medicina generale e farmacisti, sia in grado di ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e/o di migliorare lo stato complessivo di salute della popolazione. E’ questo “uno dei più ampi e importanti progetti di prevenzione cardiologica a livello internazionale e il primo in Italia a coinvolgere tutti gli attori della prevenzione”, si legge in una nota diffusa dal Monzino.
Vi partecipano 14 centri della Rete cardiologica, oltre 40 Centri sanitari polifunzionali di medicina generale distribuiti in 11 regioni e circa 100 farmacie associate a Federfarma Lombardia, per un totale di più di 500 operatori coinvolti tra medici, infermieri, ricercatori, ingegneri, biostatistici, tecnici di laboratorio e altre figure professionali. I principal investigator sono il direttore scientifico del Monzino Giulio Pompilio, e il direttore scientifico dell’Istituto auxologico italiano Gianfranco Parati. I co-principal investigator sono il direttore dell’Area prevenzione del Monzino Damiano Baldassare e il direttore del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’Istituto neurologico mediterraneo Neuromed Licia Iacoviello. “Dati alla mano, possiamo affermare che la prevenzione cardiovascolare funziona. Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di malattia e mortalità precoce nel mondo: una persona su dieci ne muore fra i 30 e i 70 anni. Tuttavia i tassi di mortalità per queste malattie si sono ridotti di oltre il 35% negli ultimi anni, soprattutto grazie alla prevenzione”, spiega Pompilio.
“Il problema è che la maggioranza della popolazione non è consapevole o non è convinta dell’efficacia della prevenzione, per cui è necessario trovare modelli che promuovano i comportamenti corretti e aiutino concretamente le persone ad adottarli. Questa è la sfida di Cv-Prevital e i primissimi dati sembrano confermare che la strada è quella giusta”, aggiunge Pompilio.
“La prima sfida della prevenzione è identificare chi ha fattori di rischio maggiori – osserva l’esperto – Per esempio, dall’analisi dei primi dati elaborati da Cv-Prevital su un campione di 18mila soggetti è emerso che il 6% circa non sapeva di avere il diabete di tipo 1, che è un fattore importantissimo di rischio cardiovascolare. Queste persone (circa mille), se seguite nel tempo potranno evitare di ammalarsi e godere di una salute migliore. Le parole chiave sono dunque consapevolezza e personalizzazione. Per questo abbiamo ideato un modello di intervento che utilizza un oggetto dove oggi c’è tutto il nostro mondo individuale, lo smartphone, per dialogare con i giusti interlocutori della prevenzione: i nostri medici di riferimento”.
Per partecipare a Cv-Prevital occorre iscriversi dal proprio medico di medicina generale (se quest’ultimo ha aderito allo studio), nelle farmacie dotate di un Punto Cv-Prevital, oppure nei centri della Rete cardiologica coinvolti. I partecipanti assegnati al gruppo App riceveranno messaggi e tutorial personalizzati per aiutarli a prendersi cura della propria salute cardiovascolare. Dopo un anno dall’ingresso nello studio, è previsto un primo controllo nel centro di arruolamento. Dopo 7 anni, verrà effettuato un secondo controllo, che sarà condotto telefonicamente, per valutare in che misura i partecipanti sono stati protetti dalla comparsa di nuovi eventi cardiovascolari. L’obiettivo finale, concludono dal Monzino, “è aiutare ad adottare un modo più sano e sereno di vivere, ricordando cosa fare per migliorare il proprio benessere, quali segnali non trascurare e quali esami di controllo eseguire per misurare obiettivamente la propria salute”.