(Adnkronos) – “L’accesso alle vaccinazioni deve essere garantito ovunque e per tutte le persone, soprattutto per coloro che sono più vulnerabili, così come ribadito anche nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e nel Piano nazionale della prevenzione 2020-2025, che fissa tra gli obiettivi quello di offrire servizi vaccinali efficaci, efficienti e resilienti, accessibili per tutti come parte dell’assistenza sanitaria di base, e far sì che le vaccinazioni siano accessibili al fine di ottenere il raggiungimento del più alto standard di salute come diritto fondamentale di ogni individuo”. E’ l’appello della Siti, Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, in vista della World Immunization Week, campagna annuale promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ricorre dal 24 al 30 aprile.
Quest’anno il focus della Settimana mondiale delle vaccinazioni punta l’accento sull’urgenza di “recuperare, ripristinare e rafforzare l’immunizzazione di routine”. La pandemia di Covid-19, evidenziano gli igienisti, “da un lato ha reso chiaro ancora una volta a tutto il mondo il valore umano, etico e sociale dei vaccini, strumenti fondamentali per prevenire le malattie, salvare vite e assicurare un futuro più salubre, sicuro e prospero. Dall’altra ha rappresentato un ostacolo alle vaccinazioni di routine, determinando una riduzione delle coperture nel periodo di maggior intensità pandemica. Basti pensare che, secondo i dati forniti dall’Oms, nel 2021 le coperture vaccinali globali sono calate del 5%, mentre le ragazze non vaccinate contro il papillomavirus umano (Hpv) sono aumentate di 3,5 milioni rispetto al 2019”. Per questo “risulta quanto mai impellente la necessità di recuperare le vaccinazioni perse, sfruttando questo punto di svolta come un’occasione per rafforzare in modo permanente i servizi vaccinali”.
“L’accesso alle vaccinazioni deve essere garantito per tutti – ribadisce la Siti – a prescindere da differenze geografiche e generazionali, tramite l’attuazione di programmi strategici dedicati all’individuazione e al superamento di tutti quei fattori che possono ostacolarlo, siano queste barriere fisiche, educative, linguistiche o socio-culturali, nel pieno rispetto dei principi di centralità del paziente e di prossimità e capillarità dei servizi. Una programmazione vincente non richiede solo vaccini sicuri ed efficaci – avvertono infatti gli igienisti – ma una calibrazione delle politiche vaccinali che deve passare attraverso un’attenta analisi della situazione epidemiologica, strutturale e socio-culturale del contesto territoriale in cui opera”.
“L’equità è uno dei capisaldi del nostro Servizio sanitario nazionale – rimarca la Siti – e non vi sono dubbi che il sistema universalistico sia fondamentale nel mitigare le disuguaglianze di salute. Non ci può essere salute per tutti senza equità di accesso, sin dalla prima infanzia. Per abbattere ogni disuguaglianza nello stato e negli esiti di salute, è cruciale considerare il ruolo delle popolazioni ‘hard-to-reach’, spesso marginalizzate all’interno della nostra società, come gli stranieri, le persone con bassa alfabetizzazione sanitaria, i pazienti psichiatrici, i detenuti”.
“Per far sì che la salute pubblica sia anche democratica – concludono gli igienisti – sono necessari la partecipazione, l’impegno e la responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti: a partire dai professionisti di salute pubblica e dagli operatori sanitari, passando per il coinvolgimento di decisori politici e terzo settore”.