(Adnkronos) – Il vaccino covid realizzato con tecnologia mRna può aprire la strada nella ricerca di cure contro il cancro? “Tutti noi ci attendiamo grandissimi dati dalla tecnologia a mRna insieme all’immunoterapia e alle nuove molecole sempre più specifiche. Questi approcci potrebbero sicuramente darci un vantaggio nella cura del cancro”, dice all’Adnkronos Salute Saverio Cinieri, presidente nazionale dell’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom), commentando – a margine della presentazione a Roma della campagna Frecciarosa – l’assegnazione del premio Nobel per la Medicina a Katalin Karikó e Drew Weissman per le scoperte che hanno portato all’approvazione di due vaccini Covid-19 basati sull’Rna messaggero.
“Lo studio dell’mRna nasce come ricerca contro il cancro. Non come ricerca per il vaccino contro il Covid – ricorda Cinieri – È stato ‘rallentato’ dal Covid perché c’era un’emergenza medica e sanitaria. Però poi si è ripartiti subito, tanto è vero che quest’anno durante il congresso della Società americana di ricerca contro il cancro è stato presentato il primo studio al mondo su pazienti con melanoma che sono stati ‘curati’ con vaccini a mRna. In sintesi, si prende un ‘pezzo’ di melanoma del paziente e si crea il singolo vaccino a mRna personalizzato che poi sarà inoculato. I dati dimostrano che il rischio di metastasi e la ripresa di malattia sono molto più contenuti”.
L’Italia come si pone rispetto alla tecnologia mRna in campo oncologico? “Siamo molto avanti, sia come Paese che come specialità nella cura dei tumori, nonostante ciò che può apparire perché di cancro purtroppo si muore ancora – risponde – Riusciamo a guarire per o cronicizzare milioni di pazienti nel mondo, specie nei Paesi occidentali, con le nuove tecnologie che durante la pandemia si sono sviluppate di più”.