(Adnkronos) – “Va dato merito ai medici di medicina generale di aver promosso questo tipo di iniziativa, oggettivamente straordinaria. Chi salva una vita, o potenzialmente la salva, merita il più grande rispetto, ed è per questo che le istituzioni sono qui oggi. L’Herpes zoster è una malattia dolorosa, lunga, ed è molto sottovalutata. In questo senso la prevenzione per noi è importantissima. Abbiamo l’esempio”, in altro contesto, “dell’ospedale infantile Regina Margherita che farà 6mila screening neonatali ai bambini, quando una volta si parlava di 20-30, 40 al massimo. Siamo arrivati a livelli importanti, ma la politica può fare di più, mettere più risorse. Come Regione Piemonte stiamo facendo molto, ma si può sempre migliorare”. Lo ha detto Andrea Tronzano, assessore al Bilancio della Regione Piemonte a margine del convegno ‘I risultati di un progetto di medicina d’iniziativa per la vaccinazione contro Herpes zoster in Regione Piemonte; i protagonisti del territorio nelle vaccinazioni dell’adulto”, che si è svolto a Torino.
La vaccinazione anti-Herpes zoster – si è ricordato all’evento – è decollata nella città della Mole, grazie a un progetto della Scuola piemontese di medicina generale, in sinergia con la direzione generale dell’Asl città di Torino e con il patrocinio della Regione Piemonte. Ideato per avvicinare i pazienti all’ambulatorio del medico di famiglia, l’iniziativa ha contribuito a triplicare le somministrazioni delle vaccinazioni da gennaio ad agosto 2023, rispetto al periodo 2019-2022. “Nello specifico della vaccinazione e contro l’Herpes zoster – afferma Stefano Taraglio, direttore sanitario dell’Asl Città di Torino – abbiamo cercato di potenziare l’offerta vaccinale attraverso il coinvolgimento delle nostre strutture pubbliche, i servizi di igiene di sanità pubblica, i nostri due hub vaccinali del Lingotto e del San Giovanni Bosco”.
“Con il coinvolgimento dei medici di medicina generale – continua – si è avuto un significativo incremento del numero di vaccinazioni, perché i pazienti vengono direttamente visti e segnalati dal proprio medico che può procedere o a vaccinare in proprio, oppure utilizzare le strutture vaccinali per i casi di maggior complessità. Possiamo dire quindi che il sistema messo in atto ha finora consentito il raggiungimento di un valore che rispetto a circa due anni fa è significativamente aumentato, direi addirittura di 7-8 volte – osserva Taraglio – numeri ottimali ma non ancora sufficienti per raggiungere i valori previsti dal piano nazionale di prevenzione vaccinale. L’obiettivo – conclude – è incrementare la sinergia tra medicina generale e strutture pubbliche, proprio per raggiungere il maggior numero di pazienti possibile e garantire la copertura vaccinale necessaria”.