(Adnkronos) – “Il grande problema della salute mentale oggi è quello della post-acuzie. Dopo l’evento acuto e il ricovero, l’ammalato spesso non ha un contesto in cui essere assistito al di fuori di quello domiciliare, dove però spesso il carico che grava su famigliari e caregiver è insostenibile. Dobbiamo intervenire allora con la creazione e il rafforzamento degli appartamenti della salute, dove accogliere il malato dopo l’evento acuto, anche per dare sollievo a familiari e caregiver”. E’ la proposta lanciata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale.
“Si tratta di contesti abitativi protetti, delle vere e proprie forme di cohousing, dove possono recarsi le persone ammalate per recuperare i rapporti sociali, fondamentali – spiega all’Adnkronos Salute – anche dal punto di vista terapeutico, e dove possono essere assistiti sia sotto il profilo sanitario che sociale prima del reinserimento nel contesto domiciliare”.
Secondo Vaia, “un altro problema è rappresentato dallo stigma e dal pregiudizio, che ostacolano l’accesso alle cure e rendono difficile conoscere il numero esatto delle persone che soffrono di problemi di salute mentale e che avrebbero bisogno di assistenza”.