(Adnkronos) – “Come Sicob, sfruttando i media e i social, stiamo cercando di portare a conoscenza di tutti che la grande obesità non è una patologia estetica ma è una grave malattia associata a comorbidità importanti come il diabete mellito tipo 2, l’ipertensione arteriosa, le crisi cardiovascolari, il cancro. Pochi sanno che c’è un rapporto di circa il 13% fra obesità e cancro e che la chirurgia bariatrica statisticamente riduce di cinque volte il rischio di tumore. La Sicob è impegnata a comunicarlo”. Lo ha detto Marco Antonio Zappa, presidente nazionale Società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche (Sicob), in occasione del XXXI Congresso nazionale, in corso a Napoli, durante il simposio ‘Comunicare l’obesità’ promosso da Johnson & Johnson MedTech.
“Da alcuni anni – ha continuato Zappa – l’obesità è stata inserita nei livelli essenziali di assistenza (Lea) ma dobbiamo fare di più: è vero che è stata riconosciuta come patologia cronica ma siamo ancora in fase embrionale. Anche a livello economico sarebbe fondamentale perché un paziente obeso è un costo economico proprio per le comorbidità associate alla patologia. La Sicob è promotrice, attraverso le Istituzioni, del riconoscimento di questa patologia come condizione per un effettivo livello essenziale di assistenza”.
Il presidente è tornato infine sul tema dello stigma vissuto dai pazienti con obesità che investe anche i clinici. “L’errore fondamentale che vive nella comunità scientifica e nella gente comune è che la popolazione obesa sia colpevole. E’ ora di cambiare questa percezione. E anche il chirurgo bariatrico ha lo stigma di essere un chirurgo bariatrico, perché molto spesso il chirurgo viene definito importante quando opera un tumore mentre quando opera un soggetto obeso ecco che diviene un chirurgo di serie B. Nulla di più falso, perché in laparoscopia operare un paziente obeso è forse più difficile che operare un tumore dello stomaco”, ha concluso.