(Adnkronos) – Dopo diversi anni di previsioni abbastanza ottimistiche sull’adozione dei veicoli elettrici o Ev (Electric vehicle), la eMobility ha finalmente raggiunto un punto di svolta. È quanto emerge dall’analisi Ey sulle infrastrutture delle ricariche elettriche in Europa: nel 2021, infatti, un quinto delle nuove immatricolazioni in Europa è stata elettrico. Anche se i veicoli elettrici rappresentano oggi solo l’1,5% dei 326 milioni del parco auto totale europeo, secondo Ey la quota crescerà fino a 65 milioni di veicoli entro il 2030 e raddoppierà a 130 milioni di veicoli entro il 2035.
“Stiamo per raggiungere, in Italia come in Europa, un momento importante nell’adozione dei veicoli elettrici – Giacomo Chiavari, Ey Parthenon, Europe West Strategy&Transaction Energy Leader – Le infrastrutture di ricarica e gli operatori del settore sono chiamati da una parte a rispondere alle nuove e dinamiche esigenze dei consumatori, dall’altra a cogliere un’opportunità di business che sta maturando. La pianificazione dei sistemi di ricarica della mobilità elettrica deve essere un esercizio orchestrato in modo da dare valore ai prossimi investimenti ed installazioni”.
Attualmente, ci sono 374mila punti di ricarica accessibili al pubblico in Europa, cresciuti del 40% nel 2021. Ma il numero di caricabatterie nelle varie aree geografiche rimane disomogeneo. Paesi quali Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito rappresentano più del 60% del totale delle stazioni di ricarica accessibili al pubblico. Tuttavia, sono 10 i Paesi europei che non hanno una sola stazione di ricarica ogni 100 km di strada. Le previsioni di Ey sui 27 Stati membri dell’Unione Europea, oltre a Regno Unito, Norvegia e Svizzera, indicano che l’Europa avrà bisogno di circa 14 milioni di caricabatterie entro il 2025, aumentando a 34 milioni entro il 2030 e circa 65 milioni entro il 2035. I caricatori domestici faranno da apripista, rappresentando l’85% dello stock complessivo, equivalente a quasi 30 milioni di caricatori entro il 2030 e 56 milioni entro il 2035. “Negli ultimi tempi si è rafforzata la consapevolezza che, senza un’adeguata infrastruttura di ricarica, la produzione di veicoli elettrici non può raggiungere il massimo delle capacità”, rileva Ey nella sua analisi.