(Adnkronos) –
Le città stanno affrontando una transizione radicale verso nuovi modelli che includono la ridefinizione di spazi e tempi urbani, oltre che del rapporto tra attività lavorative e non, sempre più fluido e flessibile. Al tempo stesso da parte dei cittadini avanza la volontà di recuperare il senso di comunità e il desiderio di vivere in città più a misura di persona. Le città del futuro saranno ‘human smart city’, un modello che vede la persona al centro e si sviluppa lungo tre assi principali: transizione ecologica, digitale e inclusione sociale. Quanto sono pronte le nostre città a questa trasformazione? Incrociando i dati legati a investimenti e iniziative intraprese dagli stakeholder verso i cittadini e i comportamenti attuati dai cittadini e city users stessi sui tre assi strategici della trasformazione, l’ecosistema urbano italiano risulta in piena evoluzione, ma con ampi margini di miglioramento e con Milano, Bologna e Torino più virtuose.
È quanto emerge dall’EY Human Smart City Index 2022, ricerca annuale che individua le tendenze sull’evoluzione delle città e che integra anche indicatori legati a comportamenti ecologici, competenze digitali dei cittadini e inclusione sociale. La ricerca segnala anche il persistere di importanti differenze tra città del Nord e del Sud, ma anche una positiva riduzione del gap tra metropoli e città medie e piccole, dove i comportamenti sostenibili sono più facili e le relazioni sociali più strette.
Il punto di forza di Milano, che si conferma in cima alla graduatoria, si è rivelato l’avanzamento rispetto alla transizione digitale sia sotto l’aspetto delle infrastrutture (5G, IoT, ultra-broadband) che delle competenze dei cittadini e dell’utilizzo dei servizi online. Sul secondo gradino del podio Bologna, soprattutto grazie a importanti investimenti e spese nel settore sociale, oltre che al coinvolgimento dei cittadini nella vita sociale della città. Terza classificata Torino, che ha ottenuto un punteggio elevato nella componente dei comportamenti dei cittadini specie quelli legati alla transizione ecologica.
Nella top ten, dal quarto all’ottavo posto, seguono città di medie dimensioni: Trento, Parma, Bergamo, Padova e Brescia. Chiudono la classifica delle prime dieci, due città metropolitane: Venezia e Firenze. Roma è al dodicesimo posto, perdendo cinque posizioni rispetto al’Index 2020, soprattutto a causa di un deciso ritardo in termini di transizione ecologica. Il divario tra Nord e Sud risulta particolarmente evidente dal fatto che tra le 40 città del Mezzogiorno solo tre città metropolitane si trovano nella prima fascia del ranking, Cagliari (19 gradi), Napoli (34 gradi) e Bari (34 gradi). Al contrario, delle 47 città del Nord ben 29 sono nella prima fascia. Inoltre, le ultime dieci del ranking complessivo sono cittadine del Mezzogiorno. Il ruolo delle aziende nel cambiamento
Lo scenario attuale e le sue dinamiche in rapida evoluzione si ripercuotono anche sulle aziende non solo in ottica di nuovi modelli di gestione del lavoro e delle risorse, ma anche di maggiore sensibilità verso le persone e l’ambiente. Perseguendo gli obiettivi di impatto sociale (Esg), infatti le aziende possono avere un ruolo centrale nella sostenibilità dell’ambiente urbano in cui operano.
Quali sono le filiere più attente agli aspetti human? Solo cinque (Technology & Telco, Produzione automotive, Dispositivi medici, Farmaceutico, Media & Entertainment) superano i valori medi nazionali. Si tratta di quelle filiere in cui pesa l’alta concentrazione nei territori metropolitani del Nord e del Centro: Milano, Roma, Torino, Bologna e l’Emilia, che offrono ai lavoratori contesti lavorativi e di vita più a misura di persona. Al contario, le filiere meno virtuose, Agrifood e Retail Food, sono quelle concentrate nelle aree più rurali del Paese dove il livello di human smartness è meno elevato.