(Adnkronos) – “Quello di oggi è un esempio lampante di tecnologie innovative che producono idrogeno, in questo caso circolare perché prodotto dai rifiuti, per la mobilità sostenibile. Questo processo deve essere sostenibile ambientalmente ed economicamente e questo idrogeno sarà sostenibile anche dal punto di vista economico perché è equiparato al carburante tradizionale che viene da fonti fossili. E’ iniziato un processo e speriamo che anche altri attori si muovano nella stessa direzione per creare una rete e unire alcune filiere che mai in passato hanno dialogato. Nel nostro caso, il mondo dei rifiuti, il mondo dell’industria e il mondo della mobilità sostenibile. Qui potremo ricaricare un’automobile in pochi minuti, così come facciamo con un’automobile utilizzando gli idrocarburi”. Lo ha sottolineato Fabrizio Di Amato, presidente e fondatore di Maire, in occasione della presentazione del progetto della prima stazione di rifornimento a idrogeno a Roma realizzata in collaborazione con Q8.
Di Amato ha poi evidenziato: “Rispetto a qualche anno fa c’è meno resistenza nell’opinione pubblica e nella politica rispetto a questi temi. Oggi siamo in una stazione di servizio di Q8, le società petrolifere cominciano ad investire e a cambiare traiettoria. La politica sostiene queste iniziative grazie ai fondi stanziati e alle politiche dirette. Il governo italiano ha fatto molto in Europa e la neutralità tecnologica, che sembra un concetto semplice, ha aperto un mondo. In passato si è detto che bisognava utilizzare solo macchine elettriche, oggi si sostiene che l’importante è decarbonizzare. Credo che questo sia il messaggio forte: decarbonizzare. Lasciamo all’industria proporre soluzioni tecnologiche nuove”.
Rispetto all’impegno di Maire Di Amato ha poi aggiunto: “Noi da più di cinquant’anni maneggiamo idrogeno e fino ad ora veniva sempre utilizzato per l’industria pesante, non era mai stato pensato per la mobilità. Il vero cambiamento è che oggi possiamo produrlo da fonti rinnovabili, attraverso il processo di elettrolisi, e lo possiamo produrre dal gas catturando la CO2, il cosiddetto idrogeno blu. C’è anche l’idrogeno circolare che pensiamo sia veramente un elemento distintivo per l’Italia poiché non emette nessun tipo di inquinamento. Possiamo usare le stesse infrastrutture esistenti e credo che questa sia la vera transizione”.