(Adnkronos) – Nello scenario attuale, caratterizzato da incertezze e volatilità dei mercati, la fiducia dei consumatori è stata messa alla prova e, secondo quanto osservato da EY, per riconquistare la fiducia delle persone, le aziende sono chiamate a mettere al centro il proprio purpose, mantenendo l’agenda strategica in cima alle priorità e permettendo al consumatore di identificarsi con valori chiari, concreti e sostenibili. In questo contesto EY-Swg hanno realizzato l’Osservatorio Brand Purpose Index, coinvolgendo oltre 7000 consumatori, analizzando oltre 12 settori e più di 50 brand nel Paese, per comprendere proprio le aspettative del consumatore e la capacità delle aziende di trasmettere i propri valori, creando un vantaggio competitivo attraverso un purpose chiaro e una creazione di valore concreta.
I dati indicano che 8 persone su 10 dichiarano importante che i brand abbiano un purpose chiaro nel quale riconoscersi, ma solo 5 su 10 percepiscono effettivamente l’impegno concreto e la capacità di mantenere fede alla promessa del purpose dichiarato. Guardando all’industria energetica, si evidenza che solo 4 su 10 riconoscono un impegno concreto da parte dei player di settore.
Tra tutti i settori, il comparto dell’energia si posiziona infatti come uno di quelli con il più alto gap tra aspettativa del consumatore e ciò che effettivamente percepisce: i consumatori si aspettano un impegno concreto dai player operanti nell’industria, ma oggi non riescono a riconoscersi nei valori dichiarati e non riconoscono ai Brand la capacità di creare valore sulle dimensioni chiave.
Questi dati nazionali trovano un riscontro anche a livello mondiale in una survey EY ‘Energy consumer confidence index’ condotta su 36 mila consumatori in 18 mercati che ha identificato una correlazione tra i progressi dei Paesi nella transizione energetica e la fiducia dei consumatori: i consumatori che faticano a vedere i benefici della transizione energetica non sono fiduciosi che le cose miglioreranno in futuro, mentre man mano che un mercato progredisce in questa transizione la fiducia aumenta.
Osservando il punteggio dell’indice di fiducia dei consumatori di energia per ciascuno dei 18 mercati analizzati, si passa dalla Cina che è in testa (77,6) grazie all’attenzione e agli investimenti ingenti nelle infrastrutture energetiche e nelle rinnovabili, fino al minimo (51,2) del Giappone dove la fiducia è molto ridotta per via degli aumenti dei prezzi dell’energia che gravano sui consumatori e la deregolamentazione del mercato. L’Italia si posiziona sotto media globale, riflettendo l’impatto dei trend macroeconomici e della crisi energetica in corso.
Costruire e mantenere la fiducia dei consumatori durante tutto il percorso di transizione energetica sarà un fattore importante per la capacità di un mercato di raggiungere o accelerare gli obiettivi di decarbonizzazione.